Il rivoluzionario è parricida, ricorda
Toni Servillo dopo l’Oscar che ha scatenato le invidie, “noi invece siamo
fratricidi”, noi italiani. L’aveva già detto Saba, il poeta, ma dopo cinquant’anni è sempre
vero.
“Secondo
me è stato perseguitato dai magistrati. È una magistratura che ha giocato
sull’uomo, come anche in altri casi, diciamocelo”. Don Mazzi dice quello che tutti sanno –
il perseguitato è Berlusconi. È anche anticonformista, va contro i benpensanti.
Ma “la rete” è tutta contro di lui.
Si penserebbe la rete anticonformista, non sono tutti per Grillo e i vaffanculo?,
e invece è monolitica. È povera di spirito.
C’è una coda di tre ore sabato sera alla
libreria del Parco della musica a Roma per la firma di Francesco Guccini, dopo
il suo siparietto con Cazzullo nella sala Sinopoli sul suo “Nuovo dizionario
delle cose perdute”. Ma non si sa se complimentarsi – Guccini ha giusto il tempo
di mettere una firma, non può chiedere nemmeno il nome del dedicatario.
Può darsi che a Roma non ci siano 20
mila giornalisti “professionisti”, iscritti cioè all’Ordine, come dice “Il
Fatto quotidiano” – è probabile che siano di più. Ma il fatto resta: si sono
moltiplicate le lauree in giornalismo con annessa “professionalità”. Mentre il
giornalismo attivo, praticato, si restringe – il contratto giornalistico è
troppo oneroso, la pubblicità è in contrazione da sei anni, tutti gli editori
chiudono o licenziano.
Le scuole di giornalismo creano
giornalisti professionisti senza pratica. Mentre prima il giornalismo si
praticava, cominciando a lavorare. La professione segue un cammino inverso rispetto al trend
del mercato del lavoro, dalla pratica al diplomificio. E si occlude gli
sbocchi: l’avviamento al lavoro si faceva con una contrattualistica meno
onerosa. Ora l’avviamento è ugualmente necessario, perché il professionista
laureato non ha pratica, ma costa subito molto.
Domenico Quirico racconta sulla “Stampa”
che fu subito al suo ingresso in Siria, nel viaggio che finì nel rapimento, che
seppe del fallimento della rivoluzione. A Yabrod, enclave cristiana alla
frontiera col Libano. Il parroco gli confidò, nell’attimo che le guardie della rivoluzione
li lasciarono soli in sacrestia, che i
rivoluzionari erano criminali: grassatori e assassini. Ma Quirico non lo
scrisse.
Quirico, come i tanti inviati e
“specialisti”, oggi dice: la rivoluzione in Siria è finita. Era mai cominciata?
Qualsiasi senso si dia alla parola rivoluzione. Il
Levante è tossico per i semplici - chi non è mitridatizzato.
Il parroco di San Cosimato, la chiesa di
Trastevere a Roma, ha appeso alle colonne del pronao tanti manifesti col papa,
tutti all’insegna: “Non ci facciamo rubare” (la fede, la speranza, la forza
missionaria, etc.). Ci sono i ladri anche della fede?
Si destina infine, dopo una
quarantennale resistenza, compresa quella di Renato Nicolini, l’inventore della
“città per tutti”, il Foro di Augusto a
Roma a “suoni e luci”. Il Foro “quello vero”, assicurano i cronisti entusiasti.
Sulla scia del sindaco Marino che si sbrodola: “Non sto nella pelle dalla gioia”.
Lo ricorderemo per questo, per (un po’ di) barbarie?
Non sarà Suoni e Luci al Foro di Augusto
ma Son et Lumière: è francese la grande invenzione di videate turistiche
notturne nei “luoghi della cultura”. Che di giorni restano per questo
impigliate in ragnatele di fili, fari e tribune in tubi innocenti.
Son et Lumière al Foro di Augusto
costerà solo 10 euro, per tre turni a notte, assicurano i cronisti, sempre
entusiasti. Vale la pena, per tanto poco?
Luigi Accattoli elogia papa Bergoglio
“in aperto conflitto con gi egoismi che caratterizzano il Nord del mondo”. E
gli egoismi del Sud, che pure sono feroci? In America Latina, per esempio - in
Argentina.
Il sindaco di Roma Marino, dopo aver
fatto fuoco e fiamme, senza motivazioni, contro il cda a il management di Acea,
azienda quotata in Borsa, fermamente dice: “No a ingerenze politiche”. Di chi?
Ma non c’è il sospetto di aggiotaggio,
Pignatone vigila, il suo compagno di fede al vertice della Procura. Le regole?
Quali regole?
Nessun commento:
Posta un commento