Il senatore
Gentile c’è andato di mezzo ma solo per non essere del Pd – che per il Pd
equivale a essere un fantoccio (compreso il Pd calabrese che in Calabria non
esiste). Il meno colpevole in una ribalda vicenda di fallimenti e provvidenze,
ma personaggio remoto, un calabrese, per di più socialista e berlusconiano. Un
fantoccio comodo a Rosy Bindi, l’intemerato Zanda e gli altri “pidisti” ultimativi.
Ma il bersaglio grosso è Renzi, in serbo per il quale i vice-ministri Barracciu
e Del Basso de Caro restano sotto tiro. Sempre che non si vada a votare – i due
sono portatori di voti.(La vicenda Gentile,
eretta a libertà di stampa, è minima cosa, di bassa corte di provincia. Di un’industria
editoriale che vive di soldi pubblici. A opera di “imprenditori” della politica,
a base di ricatti – sbruffoneggiano, si registrano, e si mettono online. Lo
stampatore è noto per essere stato missino e berlusconiano, per questo quindi a
capo della finanziaria regionale - con la quale si è attribuito contributi per
6 milioni - e ora, per non perdere il posto, alfaniano. Tortuosamente analogo,
sull’altro versante politico, il percorso
dell’editore).Renzi d’altra
parte sembra gradire la sfida. Poiché ha nominato alla Giustizia due che
Pignatone e la Procura di Milano non gli perdonano, Cosimo Ferri e Costa. Sapendolo.
Per le elezioni? Sembra che si debba andare a votare a ogni mossa di Renzi, già
sull’Italicum, che pure era stato già mezzo votato alla Camera. Andare al voto
con Renzi che agita la giustizia, invece di Berlusconi, e invece degli scomodi fisco
e lavoro, è un’idea che collima con l’uomo, col suo fiuto.
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