Viaggi
a senso unico. A doppio senso unico. Dapprima tutti a Mosca, fino al 1956, poi tutti
a Cuba e in Cina, senza chiedersi perché Mosca non vale più il viaggio. Sono i pellegrinaggi
che scrittori, artisti, giornalisti occidentali hanno usato fino alla caduta
del Muro. Di una tale povertà intellettuale, se non è disonestà, che non sembra
possibile, ma è roba di ieri. E senza rimorsi. Questo libro, peraltro molto bello,
è passato sotto silenzio alla traduzione venticinque anni fa, e tuttora è
intonso nelle due biblioteche romane che
ne hanno copia: il pellegrino è un credente, impunito, anche quando abiura.
Hollander
distingue il pellegrino dal turista culturale – categoria di Herberto Padilla,
il poeta cubano poi ostracizzato, di quelli che vanno a “vedere” la rivoluzione.
Il turista va in gruppo, il pellegrino viaggia con programma su misura e
guida-interprete personale. Il turista sarà curioso ma può non essere simpatizzante,
“il pellegrino è più fervente e più consciamente devoto agli ideali del paese
che visita”. E può non essere curioso, andrebbe aggiunto. Anche se, essendo un
intellettuale, si suppone analitico e critico.
È un
libro del 1980, riedito nel 1987, con una sorpresa: nell’intervallo è
intervenuto un pellegrinaggio politico di massa in Nicaragua: “Circa centomila
americani hanno visitato il paese a partire dal 1979, insieme a un numero di
europei occidentali calcolabili in decine di migliaia”. Ma in questo caso, di potrebbe aggiungere,
con più di un’attrattiva: una
“rivoluzione” marxista-leninista dei preti è comunque uno spettacolo, e il
Nicaragua e l’esotismo alla porta di casa. Diverso è il caso di Mosca, e di
Cuba. Di cui non restano che bugie, perfino incredibili, che lo storico
americano ha collazionato.
L’edizione
italiana dedica un capitolo, una lunga appendice di Loreto di Nucci, sui
pellegrini italiani. Dei qual solo Corrado Alvaro viene salvato, che ne scrisse
nel 1938 (“I maestri del diluvio”), per onestà e intelligenza politica. Tutti
seguiti, nel dopoguerra, da “’l’Unità” e, fino al 1956, dall’ “Avanti!” (c’è
anche Pertini). Dopo il 1956 i viaggi dei “compagni di strada” in Unione
Sovietica “diventano rari”. Con l’eccezione di Pasolini e Moravia. Dopo si va a
Cuba, e in Cina. Il viaggio in Cina sembra un pellegrinaggio libero, a fronte
di quelli ammaestrati all’Avana (“qui non dorme nessuno”, Paolo Spriano) e a
Mosca.
Paul
Hollander, Pellegrini politici
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