Stendhal
fu ossessionato dal riso, dal fenomeno. Il saggio
sul riso, per lo scrittore più ironico dell’Ottocento, fu una sorta di
ossessione: è il tema sul quale più accumulò materiali. Considerava il riso il
rivelatore e anche il motore della storia. Il calendario dei tentativi, le annotazioni, e i saggetti vede il tema accompagnarlo tutta la vita attiva: in Germania, a Milano, a Parigi. Con esiti, sempre precari, molto stendhaliani: “Perché l’Italia è la patria delle arti? perché l’italiano è malinconico”, “La vera commedia è un frutto che non può crescere che nelle monarchie”, “Il riso è incompatibile con l’indignazione”.
Per dieci anni, fin da quando ne aveva
19, tentò di scrivere una commedia, “Letellier”. Fallì, ma per concludere, giustamente,
che la commedia, Molière, Marivaux, Beaumarchais, aveva ceduto il passo al
romanzo. Non solo: che l’Ottocento era troppo serio per ridere. Di più: l’Ottocento
non rideva perché era il secolo degli affari, si poteva ridere ancora a metà
Settecento quando l’Ancien Régime ancora prosperava: “C’era gaiezza attorno al
1739”, il tempo del presidente de Brosses,
“la nobiltà non aveva paura, il terzo stato non aveva ancora deciso d’indignarsi
dei suoi ceppi, o piuttosto dei suoi svantaggi, la vita scorreva dolcemente in
Francia. L’ambizione, l’invidia, l’atroce povertà che ci bruciano, erano
impossibili allora”. Una veduta non ortodossa, anzi reazionaria – ma il romanticismo
non lo è? Stendhal stesso lo dice: l’ancien régime era l’“età del riso”, perché beneficiava dl privilegio, che
è “la risorsa del riso alla francese”, dell’ironia.
Antoine
De Baecque ha raccolto una decina di testi, tutti in vario modo pregnanti: quattro
dal “Diario letterario”, cinque dal
saggio “Racine e Shakespeare”, e da ultimo “La commedia è impossibile nel 1836”.
Qui, oltre che la nostalgia per i tempi del presidente de Brosses, Stendhal fa
valere un interdetto sull’Ottantanove, pur non nominandolo: “L’abate Sieyès ha introdotto
un disordine abominevole nei piaceri dello spirito, e avviato un’epoca di decadenza”.
E di quale delitto s’è macchiato? “Abbassando l’aristocrazia dello spirito, ha
creato l’aristocrazia letteraria”. Con effetti nefasti, ogni centro di potere,
anche letterario, divenendo geloso del riso – “lo scherzo, la sola cosa al
mondo di cui Napoleone avesse paura”.
Stendhal,
Du rire. Essai philosophique sur un sujet difficile, Payot, pp. 181 €
7,50
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