martedì 29 aprile 2014

Il riso fa male al potere, e al borghese

Stendhal fu ossessionato dal riso, dal fenomeno. Il saggio sul riso, per lo scrittore più ironico dell’Ottocento, fu una sorta di ossessione: è il tema sul quale più accumulò materiali. Considerava il riso il rivelatore e anche il motore della storia. Il calendario dei tentativi, le annotazioni, e i saggetti vede il tema accompagnarlo tutta la vita attiva: in Germania, a Milano, a Parigi. Con esiti, sempre precari, molto stendhaliani: “Perché l’Italia è la patria delle arti? perché l’italiano è malinconico”, “La vera commedia è un frutto che non può crescere che nelle monarchie”, “Il riso è incompatibile con l’indignazione”.
Per dieci anni, fin da quando ne aveva 19, tentò di scrivere una commedia, “Letellier”. Fallì, ma per concludere, giustamente, che la commedia, Molière, Marivaux, Beaumarchais, aveva ceduto il passo al romanzo. Non solo: che l’Ottocento era troppo serio per ridere. Di più: l’Ottocento non rideva perché era il secolo degli affari, si poteva ridere ancora a metà Settecento quando l’Ancien Régime ancora prosperava: “C’era gaiezza attorno al 1739”, il tempo del presidente de Brosses,  “la nobiltà non aveva paura, il terzo stato non aveva ancora deciso d’indignarsi dei suoi ceppi, o piuttosto dei suoi svantaggi, la vita scorreva dolcemente in Francia. L’ambizione, l’invidia, l’atroce povertà che ci bruciano, erano impossibili allora”. Una veduta non ortodossa, anzi reazionaria – ma il romanticismo non lo è? Stendhal stesso lo dice: lancien régime era l’“età del riso”, perché beneficiava dl privilegio, che è “la risorsa del riso alla francese”, dell’ironia.
Antoine De Baecque ha raccolto una decina di testi, tutti in vario modo pregnanti: quattro dal  “Diario letterario”, cinque dal saggio “Racine e Shakespeare”, e da ultimo “La commedia è impossibile nel 1836”. Qui, oltre che la nostalgia per i tempi del presidente de Brosses, Stendhal fa valere un interdetto sull’Ottantanove, pur non nominandolo: “L’abate Sieyès ha introdotto un disordine abominevole nei piaceri dello spirito, e avviato un’epoca di decadenza”. E di quale delitto s’è macchiato? “Abbassando l’aristocrazia dello spirito, ha creato l’aristocrazia letteraria”. Con effetti nefasti, ogni centro di potere, anche letterario, divenendo geloso del riso – “lo scherzo, la sola cosa al mondo di cui Napoleone avesse paura”.
Stendhal, Du rire. Essai philosophique sur un sujet difficile, Payot, pp. 181 € 7,50

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