venerdì 25 aprile 2014

La Bce filiale della Bundesbank

È singolare (oppure no?) l’appiattimento di Draghi, della sua Bce, sul governo tedesco - si dice sulla Bundesbank, ma la Bundesbank di Weidmann non è altro che il portavoce del governo federale tedesco.
Per anni non c’è stata inflazione in Europa, e anzi una tendenza alla deflazione: recessione, meno consumi, prezzi non remunerativi. Draghi non se ne è accorto. Solo lui e i burocrati di Bruxelles. Ora il governo Merkel ha bisogno di una politica monetaria espansiva, e Draghi si fa il san Giorgio contro la deflazione.
Per anni, tutti gli anni della crisi, ormai sei, l’euro è stato sopravvalutato. Questo colpiva tutte le economie europee eccetto quella tedesca, che avendo liberalizzato del tutto il lavoro e le retribuzioni, poteva comunque esportare a prezzi imbattibili. Quindi l’euro a 1,37 sul dollaro andava anche bene, serviva a pagare meno gli idrocarburi e le altre materie prime di importazione. Quest’anno, per restare la prima della classe, la Germania di Angela Merkel ha bisogno di un po’ di lubrificante monetario, ed ecco Draghi  scoprire il cambio.
Forse non è singolare perché Draghi è stato nominato alla Bce dal governo Merkel. Per prima cosa, si ricorderà, adottò la “Grande Bertha”,  una cannonata decisiva - per il salvataggio delle banche tedesche: una Ltro, Long Term Refinancing Operation (finanziamento delle banche senza limiti a costo quasi zero) per 500 miliardi subito a Natale  del 2011, e un’altra due mesi dopo per altri 500 miliardi. 

Nessun commento:

Posta un commento