martedì 15 aprile 2014

La guerra umanitaria ultimo colonialismo

Hashem Thaci, il “Garibaldi del Kossovo”, per il quale abbiamo dichiarato guerra alla Serbia, era un notorio mafioso. Fu ed è sponsorizzato dalla Onu, cioè dagli Usa, ma la sua Uck, o esercito di liberazione del Kossovo, era una banda criminale. Ora sappiamo anche, da un breve commento che il Corriere della sera” ha concesso a Francesco Battistini, che non soltanto liquidava i serbi kossovari inermi delle campagne a centinaia, ma ne trafficava gli organi per la proficua industria internazionale dei trapianti. Senza che lOnu, nel caso l’indomita Del Ponte della altrimenti inflessibile Corte internazionale di Giustizia dell’Aja, ritenga di processarlo.
Il problema non è Del Ponte, una carrierista fra i tanti. Quando si farà la storia delle guerre umanitarie se ne scopriranno soprattutto magagne. Nell’ex Jugoslavia gli intrallazzi scoperti della nuova grande Germania. In Serbia, Afghanistan e Irak le insondabili strategie planetarie americane – coi tentativi in Siria e in Iran. In Libia gli intrighi anglo-francesi contro l’Italia.
La guerra umanitaria è novità complessa. Ribalta due millenni di diritto internazionale, il principio cardine del non intervento. Con la guerra preventiva, o risarcitoria. Ma attrae anche sicuri uomini di pace, come il defunto Giovanni Paolo II. Le ombre sono tuttavia più dense, molto più he non gli aspetti realmente umanitari. Molte guerre sono state e sono combattute col sostegno di regimi retrogradi in patria, quali l’Arabia saudita e gli Emirati del Golfo. Le guerre non si dichiarano dove i diritti civili e politici sono più conculcati. Non in Venezuela per esempio, o in Africa. Si fa guerra per finalità dichiarate che invece si dimostrano subito false. La guerra alla  Serbia, su cui Scalfaro e D’Alema pronti si allinearono, fu subito chiaramente una guerra alla Russia by proxy, una sorta di guerra per procura,  e non una guerra di liberazione. Tutto sommato, dovendola catalogare anche per capirne il senso, la guerra umanitaria ha tutte le caratteristiche della guerra coloniale: l’arbitrarietà, l’unilateralità, l’attacco cosiddetto preventivo. E le stesse buone ragioni: la fede, il progresso, la libertà.

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