C’è il nuovo sistema
ferroviario transatlantico dietro le annessioni e le pressioni di Putin
sull’Ucraina? È possibile: la Via della Seta, come il progetto è stato
nominato, il perno della politica eurasiatica di Putin, che a sua volta è la
sola iniziativa politica che Mosca ha in atto, doveva coinvolgere l’Ucraina.
Come ultima tratta per lo sbocco del sistema nell’Europa occidentale.
Il sistema di trasporto
ferroviario veloce doveva finire in Europa con una biforcazione, una a Nord
attraverso la Bielorussa, verso la Polonia, gli Stati baltici e Londra, e una a
Sud attraverso l’Ucraina. La Bielorussia ha già aderito all’Unione doganale
euroasiatica di Putin, l’Ucraina a questo punto non più. Ma potrebbe ugualmente servire come via di attraversamento la sua fascia meridionale, da Donetzsk a Odessa, di popolazione a maggioranza russa.
Il terminale a Est sarà
a Lyangyungan, un nuovo hub container in via di completamento in Cina. A Ovest
si dà come terminale Londra, dove il porto container sul Tamigi “London Gateway”,
appena completato da Dubai World, il fondo sovrano dell’emirato, può accogliere
i più grossi trasporti. Ma i veri terminali saranno sul continente: hub
multimodali di distribuzione sono previsti a Duisburg, sul Reno, a Lodz, al
centro della Polonia, e a Pardubice, nella Repubblica Ceca.
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