mercoledì 16 aprile 2014

L’amarezza d’essere stato fascista

“Ricco” ha etimologia unica in tutte le lingue. “Una delle condizioni più misere delle epoche infelici non è di rimpiangere vanamente la felicità, ma di averla totalmente dimenticata”. “Il Risorgimento, nonostante i suoi miracoli, risentirà sempre dell’essersi compiuto con la totale assenza di ironia”. “Noi amiamo i romantici per quanto hanno di classico”, etc. Con il popolo di mezzanino (“quello che si guasta cercando di imitare i primi piani nei loro difetti”), “i semidei della tavola”, o “la feudalità della tavola”,  la “Moda della Tolleranza” e, in parallelo con Savinio, il “profondiamo”: uno scrittore sempre vivo. Malgrado tutto. Qui malgrado l’intempestività, e quasi una sordità: la leziosa raccolta – malgrado tutto è leziosa - uscì nell’ottobre 1943, il momento forse più fosco del Novecento, a Milano, capitale morale della repubblica in incubazione di Salò.
Vittima della sicilianità (l’immortale “Bell’Antonio” non lo è più, è caricaturale e perfino bozzettistico), Brancati è invece autore di altra sostanza. Soprattutto per gli anni suoi, tra la guerra e il dopoguerra. Nel teatro, nelle annotazioni diaristiche, nei racconti – i romanzi, è vero, sono “siciliani”, anzi catanesi: è a Catania che le ragazze non uscivano di casa ancora nel 1960 se non accompagnate. Moralista arguto, segna anche in questo “diario segreto” (il “corteggiamento di un «senso della vita»), la sofferenza forse più reale della guerra e del fascismo, fra i letterati che c’erano anche prima.
Il diario uscì in forma di libro nel 1943. “La sua fu una vera conversione,” dirà Moravia, che gli volle molto bene. Figlio di Rosario, funzionario di prefettura e fervente mussoliniano, che volle a stampa una sua conferenza al sindacato fascista, intitolandola “Il duce”, fu fascista egli stesso. A quindici anni, 1922, era già iscritto al partito Fascista. Nel 1931 andò a Roma, insegnante alle Magistrali, è cominciò a disamorarsi: troppa corruzione. Nel 1934 la conversione era compiuta: tornato a Catania, ebbe sequestrata “per immoralità” la pièce “Singolare avventura di viaggio”. Dopo la censura, se non a causa di esse, irrobustirà le vena ironica, fino al ridicolo e al sarcasmo. Nelle forme di Gogol’, oltre che del migliore Pirandello
Vitaliano Brancati, I piaceri

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