“P 2
macht frei”, la trovata di Grillo, è triste perché specula su una tragedia
inumana., ma è offensiva proprio come dice Grillo. Non alla memoria delle
vittime di Hitler, ma a Renzi. Per questo il comico non la ritratta e non si
scusa: con questa trovata si è rimesso in gioco sul fronte della riforma
costituzionale, e anzi s’è preso la leadership
di quelli che “la Costituzione non si tocca” – lui ce ne disprezza ogni
aspetto.
Si può criticare Grillo, ma ripete l’accusa di
Zagrebelsky: “Renzi? Gelli”. Si può criticare la leadership che Grillo s’è preso dei movimenti per la Costituzione
intoccabile ma solo per la coerenza, per una questione etica. Politicamente ne
è il leader più giusto.
Grillo disprezza il Parlamento, in
parole e opere, e quindi la Costituzione, di cui il parlamentarismo è il
fulcro. Senza il manganello, con la forza delle parole e delle sceneggiate. Ma i
parlamentaristi Zagrebelsky e Rodotà, i loro followers, opportunamente convergono su Grillo, condividendone l’arma
del dileggio. Della denuncia irresponsabile: chi tocca la Costituzione è un
piduista e un golpista. Napolitano così lo è, Renzi lo è. Ma da che parte sta Gelli?
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