mercoledì 9 aprile 2014

Marino presenta il conto della serva

È Pasqua, Roma sarà piena di turisti, tutto esaurito già da giorni. Il sindaco Marino non pensa a come accrescere e migliorare l’accoglienza (lui è uno che crede ai benefici del turismo), ma a tassare di più i turisti.
Dopo Pasqua c’è la festa per i “Natali” della città, e quella per due canonizzazioni attese e popolari nel mondo, di Giovanni XXIII e Giovanni paolo II. Marino non pensa a rilucidare l’immagine di Roma (ancora) capitale del mondo, ma presenta meticoloso il conto della serva. Tanto per gli straordinari dei vigili urbani, 4.400, metro no-stop, più corse Atac, con straordinari dei conducenti, 6.500, pulizie straordinari dei netturbini, 7.800 compresi i dirigenti, installazione di maxi-schermi, e 4 milioni di bottigliette d’acqua. Il totale fa 7,8 milioni di euro.
Dice che è buona amministrazione Ma, fatto il conto, non è nemmeno buon s ervo: non sa chi chiedere i soldi. Se ai santi, al Vaticano, a Dio, a Renzi. Per aiutarlo, dovremmo abolire la Pasqua, e i santi.
Nell’attesa, il sindaco Marino ha rinominato i nomadi, con apposita ordinanza. Nomadi, dice, è discriminante. Per esempio l’Opera Nomadi, che è tanto generosa? I nomadi vanno chiamati altrimenti, dice: Sinti, Rom, Camminatori. Ma tutti insieme, non è un po’ lungo? Poi, a loro non piacerebbe confondersi. E separatamente, per gruppo etnico, non sarebbe razzismo? 
E così, per averlo voluto e votato, il quesito per uno si pone: il nuovo dev’essere scimunito? Dice: è una questione di politicamente corretto. Corretto o corrotto? 

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