È Pasqua, Roma sarà
piena di turisti, tutto esaurito già da giorni. Il sindaco Marino non pensa a
come accrescere e migliorare l’accoglienza (lui è uno che crede ai benefici del
turismo), ma a tassare di più i turisti.
Dopo Pasqua c’è la
festa per i “Natali” della città, e quella per due canonizzazioni attese e popolari
nel mondo, di Giovanni XXIII e Giovanni paolo II. Marino non pensa a rilucidare
l’immagine di Roma (ancora) capitale del mondo, ma presenta meticoloso il conto
della serva. Tanto per gli straordinari dei vigili urbani, 4.400, metro no-stop,
più corse Atac, con straordinari dei conducenti, 6.500, pulizie straordinari
dei netturbini, 7.800 compresi i dirigenti, installazione di maxi-schermi, e 4
milioni di bottigliette d’acqua. Il totale fa 7,8 milioni di euro.
Dice che è buona
amministrazione Ma, fatto il conto, non è nemmeno buon s ervo: non sa chi chiedere i soldi. Se ai santi,
al Vaticano, a Dio, a Renzi. Per aiutarlo, dovremmo abolire la Pasqua, e i santi.
Nell’attesa, il sindaco
Marino ha rinominato i nomadi, con apposita ordinanza. Nomadi,
dice, è discriminante. Per esempio l’Opera Nomadi, che è tanto generosa? I
nomadi vanno chiamati altrimenti, dice: Sinti, Rom, Camminatori. Ma tutti
insieme, non è un po’ lungo? Poi, a loro non piacerebbe confondersi. E separatamente,
per gruppo etnico, non sarebbe razzismo?
E
così, per averlo voluto e votato, il quesito per uno si pone: il nuovo
dev’essere scimunito? Dice: è una questione di politicamente corretto. Corretto o corrotto?
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