lunedì 21 aprile 2014

Ombre - 217

Renzi vuole ridurre le vacanze ai giudici, che si fanno ogni anno dai 45 ai 60 giorni lavorativi, da due a tre mesi. E tagliargli gli stipendi. Che possono arrivare fino a 600 mila euro – più i fringe benefits: auto con scorta, e ufficio di segreteria. Un avviso di reato per Renzi no? A sua garanzia, naturalmente.

Prendono 600 mila euro e rotti molti giudici costituzionali, che si nominano presidenti della Corte a turno, per pochi mesi prima di andare in pensione. La Corte Costituzionale fu quella che a dicembre dichiarò costituzionale il blocco delle retribuzioni dei dipendenti pubblici, eccetto quella dei giudici. 

Non c’è solo la Corte Costituzionale, c’è pure il Csm. Che si certifica una pacchia: un dozzina di giornate di lavoro al mese (generalmente sedute con caffè per discussioni generiche), per 2.700 euro di giornata di “lavoro”. Senza vergogna.

Tutte le informazioni false su Dell’Utri “latitante” sono state date ai giornalisti dalla Procura generale di Palermo.

All’asta per le frequenze tv nessuno concorre - giusto Cairo Communication per alcune sue tv locali. L’assegnazione secondo il beauty contest aveva molti pretendenti e avrebbe dato al Tesoro un sostanziosa entrata, ma Passera la bloccò. Per farsi una carriera politica contro Berlusconi

Il tg Rai-Toscana riesce a commemorare Teresa Mattei senza dire una parola del suo ruolo nell’assassinio di Gentile, di cui invece sono piene le cronache per i settant’anni della morte. Di allieva prediletta che ne indicò gli spostamenti all’assassino, il suo fidanzato dell’epoca.

Franco Camarlinghi ricorda che quando Mughini andò a Firenze, a riaprire il caso Gentile, l’assassinio di Gentile, e si consultò con lui, lui disse che il delitto “non aveva né babbo né mamma”.  Ora ricorda, ma come un fatto ordinario: “Mi trovai assediato dalle proteste di parti importanti del partito”, il Pci, “non pubbliche, ma riservate e pressanti”. Non era un mondo fa, era il 1981.

Bonaiuti dopo Sacconi – Cicchitto pazienza, è sempre stato impaziente, s’era messo pure nella P 2. Che tanti socialisti ambiscano a finire alfaniani, fa senso. Alfaniani?

Roberto E. Bagnoli simula su “Corriere Economia” il rendimento delle pensioni contributive: “Cento euro al mese in un fondo pensione ne danno 418 al ventenne che versa fino a 67 anni. La stessa cifra rivalutata col contributivo ne vale 155”. Agghiacciante.

Il rendimento del contributivo si aggancia non all’investimento del contributo ma alla dinamica dell’economia nazionale nel quiquennio-decennio precedente. La recessione non solo condanna il giovane oggi, lo condanna per sempre.

“La Bicamerale fu fatta saltare nel 1998 sulla divisione della carriera dei giudici”, afferma D’Alema, che era presidente del consiglio e l’aveva voluta. Ma prima non ce lo ha detto. Aveva paura? Sì.

Bini Smaghi, che fu membro del direttivo Bce, nominato da Tremonti, quando l’Italia fu jugulata, dice che non è vero che all’Italia sia stato imposto il taglio del debito ogni anno, a partire dal prossimo, di 50 miliardi: “Il fiscal compact richiede una riduzione del debito di circa lo 3,5% l’anno, rispetto al pil”, precisa alla “Nazione”. Cioè di 50 miliardi esatti.

Bini Smaghi, finanziere disoccupato ma con l’appannaggio di presidente della Snam, sempre per grazia di Tremonti, scrive e parla molto per liberarsi di questo legame, che non paga più. Il boiardo di Stato sempre si vuole “amico” – del potente. Ora Bini Smaghi scopre di essere fiorentino.

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