Una riedizione per il centenario, con una postilla, delle letture
che Canfora tenne alla radio nel 2006 per la serie “Alle 8 della sera”, nella
prestigiosa collana Sellerio “La memoria”. Con un curioso effetto di
divaricazione del libro rispetto alle puntate lette alla radio, benché le
parole siano evidentemente le stesse. Ciò che lì doveva mantenere vivo l’interesse,
letto in volume si traduce in una serie di false indicazioni.
Canfora si basa sulla “guerra civile europea”, la nozione
introdotta e analizzata da Nolte - che anticipa dal 1917 al 1914. Partendo
dalla ipotesi di Braudel, “Il mondo attuale”, che l’Europa nel 1914 poteva
diventare socialista oppure farsi la guerra, e fu la guerra – e poi il
fascismo. Il 1914 dunque come in un gioco di sliding doors, di “sentieri che si biforcano” come nella novella di
Borges e nel genere fantasy. Ma con
un occhio all’evidenza. Duplice: 1) anche allora l’Europa veniva da un lungo
periodo di pace, benché armata, e 2) anche allora si confrontava alla dissoluzione
degli imperi orientali, l’ottomano, l’austro-ungarico e il russo. Come a dire:
il passato non passa.
Un impianto si direbbe strepitoso. Anche la partenza è trascinante,
con Sherlock Holmes e il giovane Castorp-Thomas Mann della “Montagna magica” (
e delle nefaste “Considerazioni di un impolitico”). Se non che forse il mezzo,
la radio, di fronte a pubblico vasto (“Alle 8 della sera”, che Sergio Valzania
cura, vanta un ascolto di 200 mila persone, un record) ma muto. O forse la
necessità di tenerlo comunque agganciato ogni pochi minuti con qualche motivo
d’interesse. Fatto sta che il lettore vaga in un nugolo di “false”
informazioni. Tanto più che Canfora si diletta del falso falso, del falso cioè
creato artatamente da imbroglioni, spie, servizi segreti, traditori, per scopi
sempre censurabili, anche quando la causa è buona. Si diletta a scoprire il
falso. È il suo mestiere di filologo. Se non che qui espone il lettore, specie
se incolpevole, non filologo, a porsi il dubbio: mi prende in giro?
Tutto è “grande” quando si parla della Germania, specie di
quella di Guglielmo II. Di cui poi si elencano soprusi e eccessi. E una
preparazione accurata della guerra stessa, per la primavera-estate del 1914. Nel
mentre che se ne nega la paternità – la guerra fu fatta e voluta da Francesco
Giuseppe, anche se il giorno dopo la Germania la dichiarava, non richiesta, a
mezza Europa. E così via: è turpe l’appello alla “cultura mondiale” a fine 1914
dei 93 professoroni tedeschi, razzisti eccetera, ma turpe è pure la guerra di
disinformazione francese e inglese. E quel Churchill che volle, fortissimamente
volle contro i potentissimi Lloyd George e Lord Grey, l’alleanza con la Russia
contro la Germania? Sulla Germania che si prende tre quarti della pubblicazione,
le “contraddizioni” sono infinite: il partito dei generali, l’imperialismo dei
socialisti (p.141), l’uso e l’odio degli intellettuali.
Su ogni tema trattato l’aneddoto è annegato in considerazioni
critiche che fanno credere tutto, e cioè niente. Compreso Mussolini al soldo
dei servizi francesi. E qualche svista: la guerra di Libia nel 1912, il putsch
di Hitler al 1924. Alle 8 della sera si tradisce la memoria?
Luciano Canfora, 1914,
Sellerio, pp. 169 € 12
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