domenica 25 maggio 2014

Alle 8 della sera la memoria della guerra si dissolve

Una riedizione per il centenario, con una postilla, delle letture che Canfora tenne alla radio nel 2006 per la serie “Alle 8 della sera”, nella prestigiosa collana Sellerio “La memoria”. Con un curioso effetto di divaricazione del libro rispetto alle puntate lette alla radio, benché le parole siano evidentemente le stesse. Ciò che lì doveva mantenere vivo l’interesse, letto in volume si traduce in una serie di false indicazioni.
Canfora si basa sulla “guerra civile europea”, la nozione introdotta e analizzata da Nolte - che anticipa dal 1917 al 1914. Partendo dalla ipotesi di Braudel, “Il mondo attuale”, che l’Europa nel 1914 poteva diventare socialista oppure farsi la guerra, e fu la guerra – e poi il fascismo. Il 1914 dunque come in un gioco di sliding doors, di “sentieri che si biforcano” come nella novella di Borges e nel genere fantasy. Ma con un occhio all’evidenza. Duplice: 1) anche allora l’Europa veniva da un lungo periodo di pace, benché armata, e 2) anche allora si confrontava alla dissoluzione degli imperi orientali, l’ottomano, l’austro-ungarico e il russo. Come a dire: il passato non passa.
Un impianto si direbbe strepitoso. Anche la partenza è trascinante, con Sherlock Holmes e il giovane Castorp-Thomas Mann della “Montagna magica” ( e delle nefaste “Considerazioni di un impolitico”). Se non che forse il mezzo, la radio, di fronte a pubblico vasto (“Alle 8 della sera”, che Sergio Valzania cura, vanta un ascolto di 200 mila persone, un record) ma muto. O forse la necessità di tenerlo comunque agganciato ogni pochi minuti con qualche motivo d’interesse. Fatto sta che il lettore vaga in un nugolo di “false” informazioni. Tanto più che Canfora si diletta del falso falso, del falso cioè creato artatamente da imbroglioni, spie, servizi segreti, traditori, per scopi sempre censurabili, anche quando la causa è buona. Si diletta a scoprire il falso. È il suo mestiere di filologo. Se non che qui espone il lettore, specie se incolpevole, non filologo, a porsi il dubbio: mi prende in giro?
Tutto è “grande” quando si parla della Germania, specie di quella di Guglielmo II. Di cui poi si elencano soprusi e eccessi. E una preparazione accurata della guerra stessa, per la primavera-estate del 1914. Nel mentre che se ne nega la paternità – la guerra fu fatta e voluta da Francesco Giuseppe, anche se il giorno dopo la Germania la dichiarava, non richiesta, a mezza Europa. E così via: è turpe l’appello alla “cultura mondiale” a fine 1914 dei 93 professoroni tedeschi, razzisti eccetera, ma turpe è pure la guerra di disinformazione francese e inglese. E quel Churchill che volle, fortissimamente volle contro i potentissimi Lloyd George e Lord Grey, l’alleanza con la Russia contro la Germania? Sulla Germania che si prende tre quarti della pubblicazione, le “contraddizioni” sono infinite: il partito dei generali, l’imperialismo dei socialisti (p.141), l’uso e l’odio degli intellettuali.
Su ogni tema trattato l’aneddoto è annegato in considerazioni critiche che fanno credere tutto, e cioè niente. Compreso Mussolini al soldo dei servizi francesi. E qualche svista: la guerra di Libia nel 1912, il putsch di Hitler al 1924. Alle 8 della sera si tradisce la memoria?
Luciano Canfora, 1914, Sellerio, pp. 169 € 12

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