L’avvicinarsi del voto
accentua e non attenua il mal di pancia dei democrat di origine Pci. Renzi non
ha fatto campagna per accattivarsi il loro voto, e anzi con le nomine alle
aziende pubbliche, le candidature in lista, e la gestione interna del Pd,
sembra perfino intento ad alienarseli.
Nelle riunioni che si
susseguono a Roma, di circolo o di sezione, i nuovi democrat, renziani o di
origine Dc, peraltro non si presentano. O non fanno nulla per controbattere i
timori di una gestione del partito da vecchi praticoni della politica.
L’insofferenza degli ex
Pci, che sono tuttora la base elettorale più forte del Pd, potrà essere
controbilanciata dal voto giovanile. Delle generazioni cioè senza passioni
reducistiche. E dai percettori del bonus da 80 euro. Ma proietta un’ombra non
irrilevante sul voto.
Qualcuno prospetta
perfino un “effetto Rutelli”, di quando nel 2008 l’ex Pci in massa disertò il
voto per l’ex sindaco al Comune di Roma. Analoghe incertezze si registrerebbero in
Romagna, a Napoli e nelle Puglie, specie nel Salento.
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