Berlusconi insegue
Grillo e trascura il suo ex pupillo
Alfano. Sembrerebbe un segno di sufficienza e invece contraddice un canone della
scienza politica: che la propaganda elettorale va fatta contro i partiti
similari. Che il nemico è chi può puntare agli stessi elettori.
Il canone varrebbe
ancora di più nel caso di Alfano, che ipoteticamente è un traditore, anche
irriconoscente. E potrebbe in questa sua prima prova elettorale bruciarsi
subito, se non raggiunge il 4 per cento. Invece
Berlusconi lo accredita di una percentuale ben più alta. E fa campagna
contro Grillo trascurando del tutto Alfano.
Un’ipotesi è che
Berlusconi tema che i suoi elettori votino Grillo meglio di Alfano, ma è
difficile accreditarla: il “ceto medio produttivo” non vota per protesta. Resta
l’ipotesi iniziale, che Berlusconi abbia sparigliato, dopo il voto di febbraio
2013, per allargare l’aera moderata.
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