sabato 10 maggio 2014

Figli a perdere

“Asili h 24”, “Nidi 2.0 per bimbi con la valigia”, “in Svezia, Giappone e Stati Unti” già usa, lasciare il bambino all’asilo, anche al nido, 24 ore, tutto meravigliosamente up-to-date e trendy, le nuove tendenze nei paesi delle meraviglie. Milano si è già adeguata: “Per cena pollo e puré”, scrive Irena Maria Scalise su “la Repubblica”: “Quindi un’ora di Peppa Pig, poi una spazzolata ai denti e s’indossa il pigiamino”. Il pedagogista plaude, il prof. Vertecchi: “È un’opportunità educativa”. La “struttura” a Milano si chiama Dadà, “arredi e materiali bioecologici, Skype, ionizzazione dell’aria, haloterapia. Il menù è rigorosamente biologico”, il biologico si vuole rigoroso, “il servizio h 24 è per piccoli dai 12 mesi ai 6 anni”. Il costo è 90 euro, la mezza-pensione. Un’altra vittoria sull’oscurantismo, il bisogno, la povertà, la miseria, i genitori rendendo liberi di lavorare di notte.
Dal rifiuto del lavoro all’orgasmo del lavoro, a tutti i costi, un eccesso vale l’altro. I bambini? Non contano – anche il pedagogista si vuole utilitarista: produttivista.
Al doposcuola in parrocchia vengono i figli degli immigrati, da soli, alle 16,30, pochi minuti dopo l’uscita dalla Oberdan, la loro scuola di circondario. Vengono da soli. Sono stanchi, sono a scuola dalle 8 di mattina, svegli dalla 7, e non riescono a compitare, né le lettere né i numeri. Questa scuola gli servirà per esercitare l’intelligenza, che hanno vispa: essendo pochi, hanno un po’ attenzione per un pio d’ore, e rispondono con lampi, quasi sorrisi. E per tenerli, ancora un paio d’ore, fuori casa. Poi se ne vanno, sempre da soli, anche senza lora legale, quando è già buio. Troveranno a casa forse le mamme. Che non lavorano. Eccetto una , rumena, o forse moldava – forse non vuole dire da dove viene, professandosi rumena può stare liberamente in Italia, forse non lo sa. Alcune delle mamme le ritrovano, stanno chiuse in casa. Quelle che, se chiamate, mandano a parlare l’uomo. Altre s’incontrano fuori, con altre donne intabbarate di veli, che coprono la capigliatura più che altro per evitare la spesa del parrucchiere, o a flirtare coi negozianti.
Si fanno ancora figli, ma non si sa perché. Con gli immigrati perché vengono, e per gli altri? Non ci sono del resto più padri e madri, se non è ancora la vita artificiale i presupposti ci sono già. Già la premio Nobel Doris Lessing, morta due anni fa, una che vituperava nei romanzi la madre perché inaffettiva, pensava di aver liberato le figlie abbandonandole – si può pensare quello che si vuole.

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