“La sinistra di tutte
le sfumature ha trovato nella denuncia morale un comodo surrogato
dell’iniziativa politica” è una conclusione perfino lapalissiana. Ma il
silenzio che l’ha accolta è fragoroso.
Martina, che ora insegna Etica a Roma, fu una fan sfrenata di Berlinguer. Di tutto Berlinguer:
della Costituzione feticcio, del Partito diverso, del compromesso con la Dc, e
dell’austerità. Oggi, da studiosa, stenta a crederci: avendo deciso un riesame
per i trent’anni della morte, su ognuno di questi quattro punti trova solo
vicoli chiusi. Si meraviglia anzi, che il Partito, avendo reagito subito quasi
unanime (da Napolitano a Natta) con raccapriccio alla chiusura nella questione
morale e la diversità, non abbia saputo reagire.
Di più il pamphlet
avrebbe inciso se avesse fatto la storia dei due cardini del berlinguerismo, l’austerità e la questione morale. Due trappole. La prima
fu tesa da Fanfani, la seconda, con corredo di “tecnici”, “uomini giusti al
posto giusto”, onesti e capaci, etc, da Scalfari, da sempre avverso alla politica
– il suo primo “Autunno della Repubblica” è del 1955 (la questione morale è la non-politca di un repubblicanesimo
che, pur professandosi molto laico, non riconosce il suffragio universale)..
Di più anche il pamphlet avrebbe inciso se fosse stato impostato sull’attualità,
sui vent’anni di niente eccetto il comodo antiberluconismo. Che per le mosche
cocchiere del Pd (Gomez, Travaglio, D’Avanzo, etc., tutta gente di destra) è business, ma per la politica? È un caso che Berlinguer sia diventato appannaggio della giustizia politica,
la colpa più grave, di Grillo, e di governi “tecnici” disastrosi, da ogni punto
di vista? Con qualche anima
candida, molti sepolcri imbiancati, tantissimi reduci-resistenti, specie fra quelli
che trent’anni fa ancora non c’erano.
Resta un atto di coraggio, perfino temerario. Di Martina, che
è stata dirigente e deputata del Pci, si sono contestati per questa critica
perfino i titoli accademici: chi tocca Berlinguer muore. Agli illusi è inutile
parlare. Ma questo inossidabile sovietismo era forse il punto centrale da
argomentare. È infatti coltivato dai media, che rispondendo ai nomi di Cairo,
De Benedetti, Bazoli, Elkann, e alla corruttela Rai, sollevano perplessità. Se
non s’intende il compromesso una piccola “larga intesa”, col Pci subalterno ai
resti di una parte della Dc – ora ringiovanita e imbaldanzita con Renzi.
Claudia Martina, Berlinguer
in questione, Laterza, pp. XV + 121 € 12
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