La scommessa Renzi, se
avrà il voto domani, si precisa non di poco conto: la ricomposizione del fronte
interno, o la sua rottura, come si preferisce. Della politica cioè
aggrovigliata dai media dietro e attorno a questo o quel fantasma, Bossi,
Berlusconi, ora Grillo, rendendo ogni singolo atto di governo impossibile. Qualcosa
che vada oltre il calibro dei cetrioli.
È un fronte di cui i media
si sono impadroniti a fini di mercato – ma forse anche agitatori, per rendere
impossibile la funzione di governo. Irresponsabile. Nocivissimo: è qui la crisi
di credibilità italiana, in quei giornali e giornalisti che la agitano, pieni
di rivelazioni ogni giorno, e di “riforme” di cui l’Italia sarebbe insolvente.
Un giorno non si vende abbastanza patrimonio pubblico, non si svende. Un giorno
non si chiudono la scuola e l’università pubbliche. O si pagano ancora le
pensioni ai non giornalisti. E non si è precari abbastanza - anche se alcuni
giornalisti sono pagati 20 euro, al giorno.
Renzi, politico per
eccellenza mediatico, sembra anche intenzionato a vederci chiaro. Ha già
sfidato la Rai. Mentre sui media privati fa surplace
il suo fedelissimo Luca Lotti – la Fieg, la federazione degli editori, ne è
alquanto risentita.
Nessun commento:
Posta un commento