sabato 24 maggio 2014

Il fronte interno

La scommessa Renzi, se avrà il voto domani, si precisa non di poco conto: la ricomposizione del fronte interno, o la sua rottura, come si preferisce. Della politica cioè aggrovigliata dai media dietro e attorno a questo o quel fantasma, Bossi, Berlusconi, ora Grillo, rendendo ogni singolo atto di governo impossibile. Qualcosa che vada oltre il calibro dei cetrioli.
È un fronte di cui i media si sono impadroniti a fini di mercato – ma forse anche agitatori, per rendere impossibile la funzione di governo. Irresponsabile. Nocivissimo: è qui la crisi di credibilità italiana, in quei giornali e giornalisti che la agitano, pieni di rivelazioni ogni giorno, e di “riforme” di cui l’Italia sarebbe insolvente. Un giorno non si vende abbastanza patrimonio pubblico, non si svende. Un giorno non si chiudono la scuola e l’università pubbliche. O si pagano ancora le pensioni ai non giornalisti. E non si è precari abbastanza - anche se alcuni giornalisti sono pagati 20 euro, al giorno.
Renzi, politico per eccellenza mediatico, sembra anche intenzionato a vederci chiaro. Ha già sfidato la Rai. Mentre sui media privati fa surplace il suo fedelissimo Luca Lotti – la Fieg, la federazione degli editori, ne è alquanto risentita. 

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