Sei
ore di vertice a cena, forse sette, e niente: le stesse facce di cera, le
stesse mummie che il voto di domenica ha sbugiardato, gli stessi vuoti
cerimoniali. Ammesso che per un’ora abbiamo mangiato – ma le mummie non
mangiano – che si saranno detti per le restanti cinque o sei ore? Renzi è
tornato invelenito, se ha detto al Pd il giorno dopo, cioè ieri, che bisogna “riformare”
l’Europa per salvare l’Italia. Non è il solo a pensarlo, se almeno metà degli
europei domenica ha detto la stessa cosa.
Nessuna
eco del non detto, peraltro, non un’indiscrezione, non un commento, dai tanti
corrispondenti e inviati a Bruxelles. Si pensava il dopo-voto drammatico, e
niente. Solo Grillo che incontra Farage – di cui peraltro non si danno gli
argomenti, devastanti (saranno gli inglesi “irriformati e irriformabili” come
gli italiani: stupidi, incapaci, “populisti”?). C’è aria di morte attorno a
Bruxelles. La non risposta al voto, anzi il voto dimenticato in quattro giorni,
sa di imbalsamazione. Uno guarda le facce dei perdenti posto, del resto, e
dice: tanta rovina per questi “funzionari”, Barroso, Van Rompuy, Olli Rehn?
Sarà
un semestre duro per Renzi, se vuole “riformare” l’Europa. Le troppe mummie non sono morte, e sono anzi
al comando, evidentemente. Per virtù angelica? Dopo la crisi finanziaria, e la
recessione che ancora imperversa in Italia, la crisi politica: che altro si
vuole da noi?
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