lunedì 26 maggio 2014

L’Europa nascerà dalla Resistenza

“Lo Stato sfugge alla noia perché cambia”, e così è, ce ne accorgiamo quando non cambia. Il lieve, divagante, Savinio frequentava a Milano nel 1918-19 - insieme con Ungaretti, Carrà e Bontempelli – Mussolini. Sa quindi di che si tratta: si astrasse nel ventennio, ma dal 25 luglio avviò una serie di articoli politici, che nel 1945 raccolse con questo titolo. Alternando la leggerezza di spirito a una lucidità politica ancora viva. Per il tratto di irrispetto, e anzi di invito alla guerriglia – non al grillismo, a una decisa “presa d’ami”. La riedizione Adelphi della raccolta ingloba anche il saggio “Sullo Stato”, che è del 1947, quando ormai le illusioni del dopoguerra erano remote, ed è un invito, e un armamentario logico, alla dissidenza antiburocratica antiautoritaria.
Savinio conosceva anche l’Europa, la Francia specialmente e la Germania, oltre che i Balcani, da dove proveniva, greco di nascita, e non si faceva illusioni. Le nazioni europee vede e dice nel 1944 inermi e cieche. L’Europa necessita un atto di nascita diverso. L’ultimo articolo, di fine 1944, invita a un fronte di Resistenza europea: “L’appello che chiude il manifesto del comunismo va aggiornato così: «Partigiani di tutta l’Europa, unitevi!». La teocrazia, arguiva, il potere assoluto, “è un fatto asiatico, anche senza Dio”.
Alberto Savinio, Sorte dell’Europa

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