Le vendite Fiat in
Borsa ieri sono venute dagli Usa ma non sono di soggetti americani – il mercato
Usa crede a Fiat-Chrysler (non può non crederci, il produttore americano è risorto con Fiat dopo quasi mezzo secolo di
crisi strisciante). Più di un operatore di Borsa “sa”
che gli ordini di vendita sono tedeschi. Tanto più che non costano nulla: lo
stesso titolo già oggi si ricompra più che venderlo, con un guadagno in poche
ore del 7-8 per cento. Le vendite non sono un danno quindi per nessuno, eccetto
il piccolo risparmiatore, cui compete sempre il conto. Sarebbero invece un
avvertimento, la premessa di una guerra commerciale senza esclusione di colpi
bassi.
Gli ordini di vendita sarebbero
un monito a non entrare nei segmenti medio-alti del mercato, col piano annunciato di 5 miliardi per Alfa e Maserati. Il su di gamma è il segmento ricco del mercato. Le case tedesche lo monopolizzano, Audi-Volkswagen,
Bmw e Mercedes, in tutti e tre i continenti, e non vogliono
concorrenti. La Francia se ne tiene fuori, l’Italia dovrà tenersene fuori. Alfa
e Maserati possono vivacchiare come nomi storici, ma senza ambizioni di
mercato.
È così che l’unico
piano industriale sensato per un costruttore automobilistico, penetrare il
mercato medio-alto, è stato attaccato in Borsa.
Nessun commento:
Posta un commento