giovedì 8 maggio 2014

Marchionne vs. Merkel

Le vendite Fiat in Borsa ieri sono venute dagli Usa ma non sono di soggetti americani – il mercato Usa crede a Fiat-Chrysler (non può non crederci, il produttore americano è risorto con Fiat dopo quasi mezzo secolo di crisi strisciante). Più di un operatore di Borsa “sa” che gli ordini di vendita sono tedeschi. Tanto più che non costano nulla: lo stesso titolo già oggi si ricompra più che venderlo, con un guadagno in poche ore del 7-8 per cento. Le vendite non sono un danno quindi per nessuno, eccetto il piccolo risparmiatore, cui compete sempre il conto. Sarebbero invece un avvertimento, la premessa di una guerra commerciale senza esclusione di colpi bassi.
Gli ordini di vendita sarebbero un monito a non entrare nei segmenti medio-alti del mercato, col piano annunciato di 5 miliardi per Alfa e Maserati. Il su di gamma è il segmento ricco del mercato. Le case tedesche lo monopolizzano, Audi-Volkswagen, Bmw e Mercedes, in tutti e tre i continenti, e non  vogliono concorrenti. La Francia se ne tiene fuori, l’Italia dovrà tenersene fuori. Alfa e Maserati possono vivacchiare come nomi storici, ma senza ambizioni di mercato.
È così che l’unico piano industriale sensato per un costruttore automobilistico, penetrare il mercato medio-alto, è stato attaccato in Borsa. 

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