S’incontra
su tutti i banchi di tutte le librerie “Sei come sei”, il romanzo gay di
Melania G. Mazzucco consigliato in lettura al liceo romano Giulio Cesare e
contestato da alcuni genitori. È opportuno che gli scandali avvengano, anche
per i librai, per vendere qualche copia.
Ma
i più scorrono le pagine incriminate, 126-127, leggibili peraltro online, su
una svelta iniziazione del protagonista alla prostituzione, e ripongono il
libro. Non ci sono scorciatoie.
I ribaltoni sono golpe, dice Berlusconi. Ma allora a opera di Bossi prima e poi di Fini, due colonne dello stesso Berlusconi.
È
vero però che Bossi e Fini erano brutte bestie che Berlusconi ha domato. Ma a
danno suo, oltre che dell’Italia.
Nella
lite con Robledo, Bruti Liberati gli rimprovera di utilizzare carabinieri e
finanzieri invece dei poliziotti della Mobile. Alla Mobile, scrive Ferrarella
sul “Corriere della sera”, Robledo aveva affidato “una delicata e sfortunata
inchiesta su poliziotti che rubavano droga”. Sfortunata perché si
ruppero”quattro delle cinque auto sulle quali erano state piazzate microspie”.
Quando si dice il caso.
Sappiamo
tutto di Frigerio, abbiamo saputo tutto, in poche ore, della moglie di Matacena
e della moglie di Scajola, ma non riusciamo a sapere niente, da ventidue anni,
di Greganti. Che fa nella vita? O c’è la censura?
Uno
apre la radio la mattina e sente di un complotto. “«Questo è il diciassettesimo
complotto di Berlusconi dall’inizio dell’anno», ha detto Renzi ieri sera a «Ballarò».
La Commissione di Bruxelles respinge le accuse. Nessuno dei partecipanti al
vertice di Cannes sa nulla del presunto complotto”. Ma che complotto sarà? Di
un certo Geithner, sembra di capire. La radio Rai beninteso.
Del
complotto la Rai parla solo dopo che ne ha parlato Napolitano.
Dobbiamo
a Napolitano l’informazione libera e corretta, oppure no?
La
commissaria Ue Cecilia Malmström non si occupa
dei morti nel mare di Sicilia, solo di rampognare l’Italia. Perché lei sarà
svedese, o di quelle parti lì, dove tutti nascono imparati. Una che, se non
fosse vera, sarebbe difficile da inventare – Olli Rehn al confronto sembra un
filosofo.
“Io
oggi guadagno quanto un magistrato”, si vanta col “Corriere della sera” la
ragazza di Como, o Chiasso, che fa la professione in Svizzera. Non Berlusconi
né Marchionne, al top della sua visione dei soldi c’è un giudice. “Anzi”,
insiste, “forse a un magistrato potrei anche offrire qualcosa da bere”.
Raikkonen
doppiato al GP di Spagna, un campione del mondo, e niente, i commentatori lo
dicono sbadatamente, tra i tanti altri del terzultimo, o penultimo, giro. Viene
doppiata, con Raikkonen, la Ferrari. Ma neanche questo fa più notizia. “La
Ferrari raddoppia il distacco”, titola un giornale, senza ironia.
Vasta,
lunga, intemerata esecrazione alla “Domenica Sportiva” della non sportività dei
romanisti, che hanno fatto lo sciopero del tifo, inalberato cartelli pro tifoso
sparatore, cantato cori razzisti. Dopodiché si passa al calcio: 11 minuti,
quasi 12, che in tv sono un tempo infinito, per dire che il corpo a corpo di
Chiellini con Pjanic è una gomitata e lo juventino andava espulso. È tutto, per
una partita che è stata di bellissimo calcio. Poi dice che i tifosi sono
bestie.
Otto maggio, san Vittore, si arresta a
Milano la “cupola” degli affari sull’Expo. Magari è uno scherzo. O è un
destino?
Crozza, nel panegirico di Genny ‘a
carogna, dice che “siamo l’Italia dei pregiudicati”. È vero. Crozza allude a
Berlusconi, e il compitino lo finisce qui. Ma pregiudicato è pure l’allenatore
Conte, pure lui molto popolare. E, secondo i giudici di Palermo, il popolare
presidente Napolitano. Mentre non è pregiudicato Genny ‘a carogna, Crozza si
sbaglia.
Uno che ferma un treno, anche solo
azionando l’allarme, rende pregiudizio a 500 persone, diciamo anche a 1.000, ed
è colpevole di interruzione di pubblico servizio. Uno che blocca una partita
per 60 mila persone, che l’hanno pagata anche cara, no. Non è condannato e
neanche incriminato. Siamo in effetti pre-giudicati.
Il Daspo, godono ministri e questori ad
annunciarlo, è misura che piace alla Polizia: è arbitrario, come già il
confino. Un calcio nel sedere è sempre meglio che lavorare.
Ciro Esposito, ferito gravemente a Roma
prima della partita Napoli-Fiorentina, il giudice ha messo agli arresti. Senza motivo
di reato.
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