giovedì 15 maggio 2014

Ombre - 220

S’incontra su tutti i banchi di tutte le librerie “Sei come sei”, il romanzo gay di Melania G. Mazzucco consigliato in lettura al liceo romano Giulio Cesare e contestato da alcuni genitori. È opportuno che gli scandali avvengano, anche per i librai, per vendere qualche copia.

Ma i più scorrono le pagine incriminate, 126-127, leggibili peraltro online, su una svelta iniziazione del protagonista alla prostituzione, e ripongono il libro. Non ci sono scorciatoie.

I ribaltoni sono golpe, dice Berlusconi. Ma allora a opera di Bossi prima e poi di Fini, due colonne dello stesso Berlusconi.
È vero però che Bossi e Fini erano brutte bestie che Berlusconi ha domato. Ma a danno suo, oltre che dell’Italia.

Nella lite con Robledo, Bruti Liberati gli rimprovera di utilizzare carabinieri e finanzieri invece dei poliziotti della Mobile. Alla Mobile, scrive Ferrarella sul “Corriere della sera”, Robledo aveva affidato “una delicata e sfortunata inchiesta su poliziotti che rubavano droga”. Sfortunata perché si ruppero”quattro delle cinque auto sulle quali erano state piazzate microspie”. Quando si dice il caso.

Sappiamo tutto di Frigerio, abbiamo saputo tutto, in poche ore, della moglie di Matacena e della moglie di Scajola, ma non riusciamo a sapere niente, da ventidue anni, di Greganti. Che fa nella vita? O c’è la censura?

Uno apre la radio la mattina e sente di un complotto. “«Questo è il diciassettesimo complotto di Berlusconi dall’inizio dell’anno», ha detto Renzi ieri sera a «Ballarò». La Commissione di Bruxelles respinge le accuse. Nessuno dei partecipanti al vertice di Cannes sa nulla del presunto complotto”. Ma che complotto sarà? Di un certo Geithner, sembra di capire. La radio Rai beninteso.  

Del complotto la Rai parla solo dopo che ne ha parlato Napolitano.
Dobbiamo a Napolitano l’informazione libera e corretta, oppure no?

La  commissaria Ue Cecilia Malmström non si occupa dei morti nel mare di Sicilia, solo di rampognare l’Italia. Perché lei sarà svedese, o di quelle parti lì, dove tutti nascono imparati. Una che, se non fosse vera, sarebbe difficile da inventare – Olli Rehn al confronto sembra un filosofo.

“Io oggi guadagno quanto un magistrato”, si vanta col “Corriere della sera” la ragazza di Como, o Chiasso, che fa la professione in Svizzera. Non Berlusconi né Marchionne, al top della sua visione dei soldi c’è un giudice. “Anzi”, insiste, “forse a un magistrato potrei anche offrire qualcosa da bere”.

Raikkonen doppiato al GP di Spagna, un campione del mondo, e niente, i commentatori lo dicono sbadatamente, tra i tanti altri del terzultimo, o penultimo, giro. Viene doppiata, con Raikkonen, la Ferrari. Ma neanche questo fa più notizia. “La Ferrari raddoppia il distacco”, titola un giornale, senza ironia.

Vasta, lunga, intemerata esecrazione alla “Domenica Sportiva” della non sportività dei romanisti, che hanno fatto lo sciopero del tifo, inalberato cartelli pro tifoso sparatore, cantato cori razzisti. Dopodiché si passa al calcio: 11 minuti, quasi 12, che in tv sono un tempo infinito, per dire che il corpo a corpo di Chiellini con Pjanic è una gomitata e lo juventino andava espulso. È tutto, per una partita che è stata di bellissimo calcio. Poi dice che i tifosi sono bestie.

Otto maggio, san Vittore, si arresta a Milano la “cupola” degli affari sull’Expo. Magari è uno scherzo. O è un destino?

Crozza, nel panegirico di Genny ‘a carogna, dice che “siamo l’Italia dei pregiudicati”. È vero. Crozza allude a Berlusconi, e il compitino lo finisce qui. Ma pregiudicato è pure l’allenatore Conte, pure lui molto popolare. E, secondo i giudici di Palermo, il popolare presidente Napolitano. Mentre non è pregiudicato Genny ‘a carogna, Crozza si sbaglia.

Uno che ferma un treno, anche solo azionando l’allarme, rende pregiudizio a 500 persone, diciamo anche a 1.000, ed è colpevole di interruzione di pubblico servizio. Uno che blocca una partita per 60 mila persone, che l’hanno pagata anche cara, no. Non è condannato e neanche incriminato. Siamo in effetti pre-giudicati.

Il Daspo, godono ministri e questori ad annunciarlo, è misura che piace alla Polizia: è arbitrario, come già il confino. Un calcio nel sedere è sempre meglio che lavorare.

Ciro Esposito, ferito gravemente a Roma prima della partita Napoli-Fiorentina, il giudice ha messo agli arresti. Senza motivo di reato.

La madre di Esposito deve chiedere il permesso al giudice per vedere il figlio in rianimazione. Nella disgrazia sa essere elegante, attraente e intelligente, una che dice “vengo da Scampia”. Non sarà che il giudice gli ha arrestato il figlio per avere questi incontri ravvicinati? Meglio, certo, che aver a che fare con Jenny ‘a carogna.

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