L’Italia
ha fatto tre guerre coloniali, molto avventurose, anche dispendiose. Due all’Etiopia,
una perduta e una, soverchiante di mezzi (“Mussolini ha messo a disposizione
dieci volte i mezzi richiesti da Badoglio”, scriveva il volontario Montanelli)),
vittoriosa, l’impero durato quattro anni, un record nella storia degli imperi.
E una, nientemeno, all’impero totomano per la Libia e il Dodecaneso..Non se ne parla
più ma è la guerra che caratterizzato l’Italia unita, prima della Repubblica,
alle tre guerre coloniali sommandosi le tre europee. Una storia, dunque, caratterizzata
dalle guerre.
La
mostra fotografica, organizzata dal dipartimento di italianistica di Harvard,
recupera materiali tanto ricchi quanto trascurati, con interi album, molto “organizzati”
esteticamente, divisi suddividendoli per quattro temii: la spedizione della
nave idrografica “La Staffetta”, tra il 1907 e il 1909, da Porto Said a Zanzibar,
la propaganda nella Guerra Italo-Turca, l’impero architettonico, vecchio e nuovo,
a Tripoli, e le foto-ricordo della ragazze a tette nude.
Il primo
percorso è il più suggestivo, e più per le didascalie. C’è la violenza
coloniale dietro il mondo letterario dell’avventura made in Italy. Salgari fu,
da giornalista, uno dei primi supporter della guerra di Libia – salvo suicidarsi
cinque mesi prima. Hugo Pratt fu un bambino-soldato, “arrulolato” quattordicenne
dal padre militare nela polizia coloniale a Addis Abeba.
In
Africa it is Another Story: Looking back at Italian Colonialism, mostra alla Pulsey Library, Harvard, 4 aprile-2
maggio
Salve, sono uno dei cinque co-curatori della mostra e mi sono occupata della prima sezione. Lieta che vi sia piaciuta!
RispondiEliminaCari saluti,
Eloisa Morra