giovedì 1 maggio 2014

Salgari, Pratt, l’avventura italiana è coloniale

L’Italia ha fatto tre guerre coloniali, molto avventurose, anche dispendiose. Due all’Etiopia, una perduta e una, soverchiante di mezzi (“Mussolini ha messo a disposizione dieci volte i mezzi richiesti da Badoglio”, scriveva il volontario Montanelli)), vittoriosa, l’impero durato quattro anni, un record nella storia degli imperi. E una, nientemeno, all’impero totomano per la Libia e il Dodecaneso..Non se ne parla più ma è la guerra che caratterizzato l’Italia unita, prima della Repubblica, alle tre guerre coloniali sommandosi le tre europee. Una storia, dunque, caratterizzata dalle guerre.
La mostra fotografica, organizzata dal dipartimento di italianistica di Harvard, recupera materiali tanto ricchi quanto trascurati, con interi album, molto “organizzati” esteticamente, divisi suddividendoli per quattro temii: la spedizione della nave idrografica “La Staffetta”, tra il 1907 e il 1909, da Porto Said a Zanzibar, la propaganda nella Guerra Italo-Turca, l’impero architettonico, vecchio e nuovo, a Tripoli, e le foto-ricordo della ragazze a tette nude.
Il primo percorso è il più suggestivo, e più per le didascalie. C’è la violenza coloniale dietro il mondo letterario dell’avventura made in Italy. Salgari fu, da giornalista, uno dei primi supporter della guerra di Libia – salvo suicidarsi cinque mesi prima. Hugo Pratt fu un bambino-soldato, “arrulolato” quattordicenne dal padre militare nela polizia coloniale a Addis Abeba.
In Africa it is Another Story: Looking back at Italian Colonialism, mostra alla Pulsey Library, Harvard, 4 aprile-2 maggio

1 commento:

  1. Salve, sono uno dei cinque co-curatori della mostra e mi sono occupata della prima sezione. Lieta che vi sia piaciuta!
    Cari saluti,
    Eloisa Morra

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