Classico
–
È l’effetto della memoria – un gioco di prestigio, una magia. Del precedente
che si crea rimembrando, astraendo, proiettando: il presente, l’avvenire, si
nutrono del passato. Che per questo va nobilitato. Ma con una notevolissima
opera di selezione.
Uno dei problemi più affascinanti della
tradizione, anche se non piace esercitarlo, è la formazione della classicità.
Riproposto da Bayet ottant’anni fa, e anche da Gourmont e da Curtius, ma
irrisolta, per quanto concerne la “letteratura latina”: le periodizzazioni (età
arcaica, repubblicana, augustea, e dell’alto e basso impero), la selezione degli
autori e delle opere, i criteri di selezione, l’oblio sui minori o gli
scartati.
Dio - È quello di
Michelangelo, non parla – è il silenzio del mondo.
È l’impossibilità, chiaramente.
Se non fosse irrispettoso, è l’albero
della cuccagna.
Chomsky ci
mette una pietra sopra (con Lewontin, “The Mistery of the Language Evolution”,
e un nutrito panel di altri sei linguisti):
non si sa com’è nato il linguaggio, tutte le ipotesi scientifiche sono sciocchezze.
E dunque?
Il linguaggio è la pietra d’inciampo dell’evoluzione, non da ora. Gi studi si susseguono, i congressi Evolang sono al decimo o undicesimo, senza risultati. Siamo sempre al 1866, un secolo e mezzo fa, esordisce il saggio, quando la Société de Linguistique decise di bandire ogni comunicazione sull’origine del linguaggio, considerando insulse tutte quelle ricevute. Negli ultimi quarant’anni le “scoperte” si sono accumulate di nuovo, ma senza alcuna novità.
Il linguaggio è la pietra d’inciampo dell’evoluzione, non da ora. Gi studi si susseguono, i congressi Evolang sono al decimo o undicesimo, senza risultati. Siamo sempre al 1866, un secolo e mezzo fa, esordisce il saggio, quando la Société de Linguistique decise di bandire ogni comunicazione sull’origine del linguaggio, considerando insulse tutte quelle ricevute. Negli ultimi quarant’anni le “scoperte” si sono accumulate di nuovo, ma senza alcuna novità.
Ipocondria
–
I malati immaginari “si credono fragili
come vetro” - Hobbes, “Della natura umana”, X, 11. D’Holbach, traduttore francese
di Hobbes, collega l’esempio alla prima “Meditazione metafisica” di Descartes, e
o dice “estratto verosimilmente dal «Licenziato di vetro», una delle «Novelle
esemplari» di Cervantes”.
Guerra – Si fa la guerra per molti
motivi. Nessuno valido – non in rapporto ai costi, e nemmeno alle cause.
Eccetto che difendersi dalla guerra.
Ozio – “L’ozio affligge. La natura
non sopporta né spazio né tempo vuoto”. Hobbes, “De Homine”, X, qui ragione
come don Ferrante. No, anche fisicamente, si può pensare l’ozio come una
reazione della “natura” al tempo accelerato.
Postumano
–
Ipotizza un mondo in cui l’umano si dissolve negli elementi , l’aria, l’acqua,
la terra. I quali invece rimangono immutabili (eterni)?
Paradossalmente,
è l’opposto esatto della sparizione del mondo mentre l’uomo resta in vita,
speculata da Hobbes nel “De Corpore”, 1651: se l’universo è annientato e l’uomo
no, su che cosa potrà filosofare? Continuerà come prima: “A quest’uomo
resteranno del mondo, e di tutti i corpi che i suoi occhi avevano prima
considerati o i suoi altri sensi avevano percepiti, le idee, cioè la memoria e
l’immaginazione dei loro volumi, movimenti, suoni, colori, etc., tutte cose
che, pur non essendo che idee e fantasmi, accidenti interni a colui che
immagina, non per questo gli appariranno meno esterni e come indipendenti dal
potere dello spirito”. Poiché il postumano è pur sempre una filosofia.
Molto casuista, per un filosofo realista – o altrimenti
poetica, l’uomo che vive di immagini. Lo stesso il postumano: è ferrigno, sa di
fantascienza.
Pubblicità
–
Si ripropone a ondate come obbligo etico, e suprema forma di vivere civile.
Dalla confessione pubblica della carmelitane (e ora delle comunità di base),
all’illuminismo, che fu segreto e anche esoterico nel mentre si voleva aperto, al
presidente americano Wilson, contro la diplomazia, al giornalismo, che vive
invece di rimozioni e camuffamenti, alla rete. Il cui nume carismatico e
tutelare è Assange con wikileaks, la pubblicità selettiva. O meglio Snowden,
significativo su due fronti: la spia che spia lo spionaggio.
La rete si propone come una piazza, in cui
esporre liberamente i panni, sporchi e lavati. Ma a fini, circolarmente,
pubblicitari in senso stretto, o di marketing, per vendere ai più qualcosa. Stabilire
un contatto, ampliare l’indirizzario, studiare le preferenze (acquisti, opinioni,
tipologia di relazioni). Oppure, sempre circolarmente, nel nome della privacy:
la privacy che si protegge esponendsi.
Il massimo del pettegolezzo, cioè. Includendovi
la pubblicazione dei testi segreti, mai spontanea (libera, universale) e
generale, sempre forzatamente selettiva. Un pezzo forte peraltro dello
spionaggio, o della controinformazione come disinformazione. Con tutte le
mobilitazioni, le campagne, i sit-in e le note verbali diplomatiche contro l’eccesso
di spionaggio.
La pubblicità (openness) si vuole selettiva, e si giudica dai criteri che la
informano.
Realismo
–
“Se aveste chiesto a Giotto di parlarvi di realtà, vi avrebbe parlato di Dio” –
R. Gary, “Europa”, XIX. O Huzinga, “L’autunno del Medioevo”: “Se l’umanità si
fosse tenuta alla sola realtà, non ci sarebbe stata civiltà”.
Suicidio – Per non altro motivo che il rifiuto implicito nella cosa. La cui
natura resta però incerta.
Mancando un buon motivo, tutti sono
possibili, la paura, la rabbia a volte. Le vergini di Mileto, che senza motivo
ogni tanto divenivano preda del furor
mortis e correvano a impiccarsi, si
fermarono quando il governo impose che i loro cadaveri fossero esporti nudi al
mercato con la corda al collo e la smorfia non ricomposta della morte. Le
vergini attiche si fermarono quando fu istituita la festa dell’altalena. Avevano
preso a impiccarsi e annegarsi a imitazione di Erigone, figlia di Icaro, che
s’era impiccata di fronte al cadavere del padre, appeso dai vignaioli. Nella festa
dell’altalena si esposero appese agli alberi non le fanciulle morte ma bambole,
e questo bastò a placare le vergini. Si muore pure in simulacro.
Mentre scorticarsi
alla ricerca del vero sé è orrendo - è il suicidio dei deboli. Risorge a Vienna
con sappiamo chi sotto la frusta di Wanda Masoch.
zeulig@antiit.eu
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