“Vedere un male altrui
è piacevole. E piace non perché è un male ma perché è altrui. Da ciò proviene
che gli uomini siano soliti accorrere allo spettacolo della morte e del pericolo
altrui. Analogamente vedere un bene altrui è molesto, non tuttavia in quanto è
un bene, ma in quanto è altrui” (Hobbes (“De Homine”, XI, 12)
“Ricevere un bene è
meglio che non averlo perso. Quindi, essere convalescente è meglio che non essere
stati ammalati” (Id., XI, 14).
“L’ozio
affligge. La natura non sopporta né spazio né tempo vuoto” (Id., X, 15).
“Vado
dunque a tentare di provare i seguenti principi:
Che
il soggetto al quale il colore e l’immagine sono inerenti non è affatto l’oggetto
visto.
Che
non c’è realmente fuori di noi niente di ciò che chiamiamo immagine o colore”
(Hobbes, “Della natura umana”, II, 4).
“Gli
anziani sognano più spesso e più penosamente che i giovani” (Id., III, 2)
“La passione del riso è un moto improvviso di
vanità, prodotto dalla percezione improvvisa di qualche vantaggio personale, a
fronte di una debolezza che rimarchiamo nello stesso tempo negli altri” (Id. IX,
13).
“Essere
continuamente sorpassato, è disgrazia.
Sorpassare
continuamente quello che precede, è felicità.
Abbandonare la
corsa, è morire” (Id., IX,15)
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