Giudici contro giudici,
sbirri contro sbirri, la lite alla Procura di Milano e al Csm prende il suo
vero contorno di troiaio: siamo agli stracci in faccia. Non ci risparmiano nulla, i giudici come gli sbirri. Anche
la mozione degli affetti – il vicequestore Giuliano, capo della Mobile a
Milano, ci sbattono in faccia come figlio di Boris Giuliano.
Bruti Liberati dice che
Robledo si opponeva agli arresti di Frigerio & co. Cioè non lo dice, ma il
senso è questo. E fa uno scandalo di un poliziotto che trova il suo pedinato
seguito anche da un carabiniere, una volta, un’altra da un finanziere - un classico,
c’è in tutti i film americani. Uno scandalo di destra contro sinistra? Di opposte
burocrazie? Di concorrenti nella stessa forza di polizia? E il tutto infine impone
a un Csm che sembra il posto delle lavandaie. Che non obietta e non richiama all’ordine,
ognuno dica la sua.
Bruti Liberati, furbo
tra i furbi evidentemente se è a capo di una Procura, “la” Procura d’Italia, invece
di testimoniare al Csm, scrive una lettera aperta lunga sette pagine. Spendendo
Giuliano figlio, l’unico poliziotto integerrimo a Milano. Come fare un’intervistona
nello stesso giorno a tutti i giornali. Senza contestazioni degli
intervistatori. E nemmeno del Csm. Che, nonché un tribunale supremo, sembra non
essere nemmeno un lavatoio, Piuttosto un posto dove mettersi in vetrina, per
palati facili a “consumare” – un bordello?
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