mercoledì 14 maggio 2014

Le toghe agli stracci

Giudici contro giudici, sbirri contro sbirri, la lite alla Procura di Milano e al Csm prende il suo vero contorno di troiaio: siamo agli stracci in faccia. Non ci risparmiano nulla, i giudici come gli sbirri. Anche la mozione degli affetti – il vicequestore Giuliano, capo della Mobile a Milano, ci sbattono in faccia come figlio di Boris Giuliano.
Bruti Liberati dice che Robledo si opponeva agli arresti di Frigerio & co. Cioè non lo dice, ma il senso è questo. E fa uno scandalo di un poliziotto che trova il suo pedinato seguito anche da un carabiniere, una volta, un’altra da un finanziere - un classico, c’è in tutti i film americani. Uno scandalo di destra contro sinistra? Di opposte burocrazie? Di concorrenti nella stessa forza di polizia? E il tutto infine impone a un Csm che sembra il posto delle lavandaie. Che non obietta e non richiama all’ordine, ognuno dica la sua.
Bruti Liberati, furbo tra i furbi evidentemente se è a capo di una Procura, “la” Procura d’Italia, invece di testimoniare al Csm, scrive una lettera aperta lunga sette pagine. Spendendo Giuliano figlio, l’unico poliziotto integerrimo a Milano. Come fare un’intervistona nello stesso giorno a tutti i giornali. Senza contestazioni degli intervistatori. E nemmeno del Csm. Che, nonché un tribunale supremo, sembra non essere nemmeno un lavatoio, Piuttosto un posto dove mettersi in vetrina, per palati facili a “consumare” – un bordello?

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