lunedì 2 giugno 2014

E l’onorabilità dei giudici?

“Hanno fatto bene i fondi a votare contro questa clausola di onorabilità”, dice a Napoletano Enrico Baffi, figlio di Paolo Baffi, l’onesto governatore della Banca d’Italia vittima dei giudici, per dieci anni fino alla morte, e vittima lui stesso della tortura del padre: “Occorre riflettere e molto su questi temi in un Paese come l’Italia”.
La giustizia non è semplice. Ma in Italia è chiara: per prima bisognerebbe introdurre una clausola di onorabilità dei giudici. In ogni loro ordine e grado, a partire dal loro Consiglio Superiore della magistratura, sentina di tutti i vizi, dalla lottizzazione all’interesse privato in atto pubblico: permalosi, litigiosi, avventurieri, e troppo spesso corrotti nel senso più volgare: un posto, una pensione, una consulenza, la carriera del figlio, la figlia, la nipote. Ma facili all’arresto, dove si va sui giornali – chi vive in zone di mafia conosce bene questa distropia.
“Tra le società partecipate dal Tesoro”, scrive “Il Sole 24 Ore”, “solo l’Enel ha approvato la clausola voluta dall’ex ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, che prevede l’ineleggibilità e la decadenza per giusta causa a seguito di una condanna, anche se non definitiva, o anche della richiesta di rinvio a giudizio per una serie di reati amministrativi, fiscali e finanziari”. L’ultimo (?) guasto dei tecnici, così ottimi, così intelligenti?

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