I Berneschi, padre e nuora, pensavano di poter
rimpatriare impunemente i soldi depositati nelle banche svizzere. L’evasione
fiscale non è poi così furba.
A una settimana dal 16 giugno, giorno di
pagamento, nessuno sa se e quanto deve pagare, di Imu e di Tasi, la nuova
patrimoniale. A Roma solo “il Messaggero” di due settimane fa ha detto che l’Imu
resta inalterata e la Tasi è rinviata, in poche righe minute, i lettori di altri
giornali possono non saperlo. Il sito del Comune è fermo ai Fori, con coda di
Gay Pride.
Al ministero
dell’Interno hanno fatto i conti e vogliono far pagare alle Entrate il business
delle auto sottoposte a sequestro. Per ogni auto sequestrata il ministero paga
un deposito, giornaliero. Piccole somme che però col tempo sono diventate milioni,
e ora decine di milioni l’anno. Per beni inesigibili e non liquidabili.
Le auto
sequestrate raramente sono riscattate e non sono commerciabili fino a sentenza
definitiva. Quando sono ferrovecchio e costringono il ministero a pagare anche
la rottamazione della targa.
Quello delle
auto sequestrate è uno dei tanti rivoli della corruzione spicciola legale.
Analogo a quello delle auto rimosse. Le auto rimosse o sequestrate sono
parcheggiate in aree inutilizzabili (scarpate, sottoviadotti, etc.), solitamente
private, a una tariffa che in realtà è un aggio. Condiviso con le autorità di
settore.
Un pacco inviato
tramite corriere, da Roma a Roma, arriva in ritardo di 48 ore, dopo essere
risultato al tracking “in transito” a
Milano. L’errore non sarebbe casuale né occasionale: pacchi vengono dirottati
per “riempire” i furgoni del trasporto.
Al centralino
Sda, a pagamento (14,5 centesimi al minuto), al 119 113 366, si ha la risposta
“il tempo di attesa stimato è superiore a quattro minuti” per un’attesa di 14
minuti. Seguito da un messaggio “il tempo d’attesa stimato è inferiore ai due
minuti”, per sette minuti.
Per avere
un’informazione (non la soluzione del problema) dallo Sda-Poste ci vogliono quindi
venti minuti di telefonata, tre euro. Nove euro di entrate l’ora. L’operatore
del call center è pagato 3 euro l’ora.
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