domenica 8 giugno 2014

Fisco, appalti, abusi (51)

I Berneschi, padre e nuora, pensavano di poter rimpatriare impunemente i soldi depositati nelle banche svizzere. L’evasione fiscale non è poi così furba.

A una settimana dal 16 giugno, giorno di pagamento, nessuno sa se e quanto deve pagare, di Imu e di Tasi, la nuova patrimoniale. A Roma solo “il Messaggero” di due settimane fa ha detto che l’Imu resta inalterata e la Tasi è rinviata, in poche righe minute, i lettori di altri giornali possono non saperlo. Il sito del Comune è fermo ai Fori, con coda di Gay Pride.  

Al ministero dell’Interno hanno fatto i conti e vogliono far pagare alle Entrate il business delle auto sottoposte a sequestro. Per ogni auto sequestrata il ministero paga un deposito, giornaliero. Piccole somme che però col tempo sono diventate milioni, e ora decine di milioni l’anno. Per beni inesigibili e non liquidabili.
Le auto sequestrate raramente sono riscattate e non sono commerciabili fino a sentenza definitiva. Quando sono ferrovecchio e costringono il ministero a pagare anche la rottamazione della targa.

Quello delle auto sequestrate è uno dei tanti rivoli della corruzione spicciola legale. Analogo a quello delle auto rimosse. Le auto rimosse o sequestrate sono parcheggiate in aree inutilizzabili (scarpate, sottoviadotti, etc.), solitamente private, a una tariffa che in realtà è un aggio. Condiviso con le autorità di settore.

Un pacco inviato tramite corriere, da Roma a Roma, arriva in ritardo di 48 ore, dopo essere risultato al tracking “in transito” a Milano. L’errore non sarebbe casuale né occasionale: pacchi vengono dirottati per “riempire” i furgoni del trasporto.

Al centralino Sda, a pagamento (14,5 centesimi al minuto), al 119 113 366, si ha la risposta “il tempo di attesa stimato è superiore a quattro minuti” per un’attesa di 14 minuti. Seguito da un messaggio “il tempo d’attesa stimato è inferiore ai due minuti”, per sette minuti.

Per avere un’informazione (non la soluzione del problema) dallo Sda-Poste ci vogliono quindi venti minuti di telefonata, tre euro. Nove euro di entrate l’ora. L’operatore del call center è pagato 3 euro l’ora.

Adesso che la vicenda Electrolux si è ricomposta, almeno per qualche anno, la verità si può dire: i prodotti sono cambiati in peggio con la gestione svedese. I libretti delle istruzioni, tradotti, sono incomprensibili in punti delicati. Le funzioni non sono di gestione semplice, né immediata. Ogni sua macchina consuma poco meno del doppio di elettricità rispetto agli analoghi modelli italiani, forni, frigoriferi, lavatrici, sia come potenza impegnata sia come tempi – il risparmio di cui la casa si fregia sarà sui modelli svedesi?

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