Il silenzio
è “la materia prima” della musica. È così, il semplice ascoltatore l’avverte:
la pausa, il “tempo debole” della battuta, ne stabilisce in realtà la
scansione. Brunello, violoncellista eccellente, ne è anche innamorato: si
produce nelle Dolomiti trentine in concerti d’altura, col piacere di
trascinarsi su personalmente l’ingombrante strumento, o nel deserto, per
provare “cosa vuol dire attraversare il silenzio con il suono”. Col silenzio “verticale” in montagna,
“orizzontale” nel deserto: “La dimensione orizzontale del silenzio nel deserto
ha il potere di trascinare dentro l’esperienza del tempo reale”. Il tempo reale
essendo quello “in cui il silenzio esiste in natura”. Il “silenzio nella
musica”, indefinibile, accostando all’infinitamente grande (il “grande
silenzio” nel quale è immerso “lo spazio vuoto del cosmo tra pianeti, stelle, galassie”)
e all’infinitamente piccolo, del mondo atomico e subatomico.
Ma lo
stesso silenzio Brunello dice anche “parola controtempo”. Come quello che “sta
fuori del tempo, fuori del suo gioco, fuori dal sopravvenire del tempo”. E
questo già non è più vero. “Il silenzio non ci appartiene”, aggiunge. Come no?
“Il silenzio è della musica, della natura, delle cose”. Ma prima è dell’uomo.
Dell’uomo anzi è il proprio, non c’è senza.
Lo stesso
Brunello del resto lo dice a proposito di Bach. Il silenzio non c’è in Bach mentre
è organico alla musica “complessa”, contemporanea – “un silenzio pieno di
suoni”, questo invece non è bello. La “scrittura densa” di Bach “sembra non
dare spazio a pause e silenzi”. Ma c’è un silenzio all’inizio, nell’aprire la
pagina. E ce ne sarà uno alla fine, nel voltare pagina. Nonché per “la famosa definizione della musica” di Leibniz
che Brunello cita: “La musica è una pratica occulta dell’aritmetica, dove lo
spirito non sa di calcolare”.
La memoria
del resto si legge per le affascinanti letture che Brunello dà del silenzio nei
musicisti “classici”, Mozart, Beethoven, Schubert. Nonché nello stesso Bach,
negli adattamenti che la sua scarna notazione impone – Bach avrebbe detto o
scritto che “la musica aiuta a non sentire dentro il silenzio che sta fuori”,
una cosa non bachiana, essendo l’uomo di fede costante e non opportunista, ma
ben detta.
Mario
Brunello, Silenzio, Il Mulino, pp.
119 € 11
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