“Il silenzio
non esiste in natura”, esordisce il poeta
milanese. Nella natura animata no, in quella inanimata per la verità non lo
sappiamo. Non ci siamo posti il problema, il transumanismo ora ce lo potrà
risolvere – il fisico de Gennes premio Nobel ha cercato a lungo le origini dei
linguaggi parlati, dei suoni, nei fossili e non ce le ha trovate. L’etimologia non aiuta, le sibilanti della parola
neppure, sono rumorose.
Franco Loi
ne sfiora la natura nell’amore – “il confine fra il dire e il tacere
nell’empito dell’emozione”. L’amore, si può aggiungere, che più è sentito
quanto più è taciuto, a parole, compresso e non disperso – quanto della
banalizzazione oggi dell’amore non va con la banalizzazione del detto, per cui
tutti sono tesori e amorucci (ci voleva un Pascal per dirlo, un quasi prete:
“In amore un silenzio vale più di ogni altro discorso”). E poi procede per
tentativi. Nella memoria, specie nella “diaristica o i memoriali della vecchiaia” - ma
purtroppo non solo di quella: lo stesso Loi ha ricordi di quando aveva sei-sette mesi. Nella paura. Nel sogno. Nell’ascolto, che i papi
hanno rimesso in circolo – sarà questa l’epoca della distrazione? Nella ricerca
del nulla, “da Budda a Nietzsche” – la ricerca del nulla, c’è anche questa
filosofia. Con nove notevolissime poesie inedite.
Franco Loi,
Il silenzio, Mimesis, pp. 60 € 4,90
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