Ritorna il ridisegno
del Medio Oriente, su altre frontiere che quelle degli accordi Sykes.Picot del
1917,
degli accordi neo-coloniali
anglo-francesi in vista dello smembramento dell’impero ottomano, e delle
frontiere tirate con la squadra. La cosa dovrebbe riguardare ora solo Siria e
Irak.
Gli accordi sono
all’origine anche della nascita delle entità tribali della penisola arabica, Kuwait,
Emirati, Oman e Arabia Saudita, ma di questi ora non è opportuno parlare. Anzi,
si frantumano Siria e Irak perché danno ombra ai regimi tribali della penisola,
che sono indietro a tutto nell’organizzazione sociale e politica, anche al
livello minimo dei diritti umani dell’Onu, ma possono pagare tutto, dalle
guerre civili ai nuovi stati. L’invasione del Kuwait da parte dell’Irak di Saddam
Hussein nel 1990 ha innescato paure e ritorsioni radicali.
Si resta peraltro sempre
nell’ambito delle ridefinizioni tribali. Etniche o religiose. Non di
risorgimenti nazionali si parla, che non sono possibili. Né di diritti civili e
politici, malgrado le apparenze – i pochi blogger occidentalizzati. Ma di nuove
suddivisioni di potenza: (ri)dividere per meglio governare, secondo il vecchio
detto imperialista.
Della “Siria”, inoltre, si ritiene debba fare parte anche il Libano, della
spartizione della Siria. Il Libano va assoggettato anch’esso a una nuova
divisione. Dopo la prima guerra mondiale fu riconosciuta questa enclave
cristiana. Che però non piace più.
Della spartizione del
Libano si parlò molto, con carte aggiornate al millesimo, dopo la guerra dei
Sei Giorni nel1967, e prima di quella del Kippur a fine 1973. La parte
meridionale doveva essere annessa a Israele come fascia demilitarizzata. La
parte settentrionale con l’Anti-Libano alla Siria. E quella centrale lasciata
alle famiglie cristiane: in pratica Beirut e dintorni, come casinò e banche
off-shore. Il disegno ebbe un prolungamento con l’occupazione del Libano da
parte dell’Olp di Arafat, dopo il Settembre Nero e la cacciata dalla Giordania,
e la prima avventura politica di Allon.
Nessun commento:
Posta un commento