Nell’incontro a Parigi
il 21 marzo 2011, indetto dagli Usa con la Ue, la Lega Araba e l’Oua (Organizzazione
per l’unità africana), tre “ruote di scorta” per l’attacco a Gheddafi, Sarkozy
fregò tutti attaccando per primo all’insaputa degli altri. Sembrò un gesto glorioso
d’indipendenza. Che Hillary Clinton però,
segretario di Stato (degli Esteri) Usa
all’epoca, e futuro presidente, così ricorda nelle memorie “Scelte difficili”.
“Il segretario alla Difesa Gates era assolutamente contrario. Era un
veterano dei conflitti in Iraq e in Afghanistan, e realista sui limiti del
potere americano, dunque non riteneva che i nostri interessi in Libia
giustificassero il sacrificio”. Non era solo: “Sapevamo tutti che le
conseguenze di un intervento potevano rivelarsi imprevedibili…..
“Poi, prima ancora dell’inizio della riunione ufficiale, Sarkozy prese
da parte me e il premier inglese, David Cameron, e ci confidò che gli aerei
francesi erano già in volo verso la Libia.
“Quando
scoprirono che la Francia era partita prima del via, gli altri Paesi (europei)
si inalberarono… Berlusconi, caparbio e smanioso di protagonismo quanto
Sarkozy, si mostrò particolarmente indignato….
“Sentendosi
messo in ombra da Sarkozy, Berlusconi minacciò di abbandonare la coalizione e
sbarrare l’accesso alle basi aeree italiane”. Una muta di barboncini dispettosi.
Ed è tutto.
“Suscettibilità
a parte”, concede H.Clinton in conclusione al (breve) episodio, “il disappunto
italiano e di altri paesi era giustificato”.
Gli americani
non sono teneri, si sa. Ma la volitiva Clinton sembra più che altro divertirsi:
troppo facile, troppo stupidi. I prim’attori di una guerra.
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