Una capacità installata
pari a due volte e mezzo la domanda: un investimento pazzesco. Tanto più se
avviene nel mercato dell’elettricità, controllato da un’apposita Agenzia.
Peggio ancora se un tale sfacelo industriale lo pagano i consumatori, con
tariffe gonfiate: i singoli e le industrie.
Renzi non contempla le
Autorità di settore nella riforma della Pubblica Amministrazione, e questo è un
grosso danno. Le Autorità sono il veicolo massimo, e anzi il Lord Protettore,
della corruzione, con gravi danni per i consumi essenziali, i costi dell’industria,
e la qualità dei servizi.
Il caso abnorme delle
centrali elettriche in sovrappiù, con tutti gli oneri economici e di
inquinamento che impongono, non è il solo. È tutto il mercato “made in Italy”
sregolato, sotto forma di regolazione, e iugulatorio. In tutti i mercati liberi
le tariffe sono più che raddoppiate, e mai diminuite. Con una caccia all’utente
esasperata, in tutti i luoghi e i momenti della giornata, senza alcun vincolo
di privacy. E una serie di fatturazione sempre fasulle – a consumi “calcolati”.
Un “mercato” prepotente
appunto perché forte della acquiescenza delle costosissime Autorità pubbliche
preposte al suo controllo. E del predominio, proprietario e ideologico, dell’opinione.
Tanto da sbracarsi negli eccessi, che non camuffa nemmeno.
Troppi sono ormai i
casi – in cui la “non privata” Acea romana si distingue – di fatturazioni a
conguaglio, per migliaia di euro, a distanza di tre e quattro anni (sperando
che l’utente non abbia conservato le bollette). Ci sono sovrapposizioni industriali
enormi anche nel campo della telefonia, grazie a tariffe compiacenti. Ce ne
sono perfino per le trasmissioni tv.
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