Messa ai margini della
politica nazionale dal voto domenica, dopo venticinque anni di signoraggio, e
in perdita di richiami sui mercati finanziari, Milano fa ancora paura con a sua
Procura. Dovendone condannare la gestione, il Csm, il basso ventre del sottogoverno,
si astiene. Il supremo consesso dei giudici, che Napolitano presiede, ha scelto
di lasciare le cose come stanno.
Tra Robledo e Bruti
Liberati la partita è stata triplice. Contro lo strapotere di “Napoli” a
Milano. Contro lo strapotere di Magistratura Democratica, gli ex Pci, nelle
Procure. E anche, perché no, contro l’arbitrio, le Procure-caserme che un
Parlamento tramortito ha votato: il Procuratore Capo è il colonnello
comandante, lui ordina e gli altri obbediscono, l’autonomia del giudice,
l’obbligatorietà dell’azione penale la stessa legge ha dichiarato bufale.
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