giovedì 5 giugno 2014

Montalbano sconfigge la pioggia

Un dettaglio è falso: il pescespada d’inverno. Il resto fila goloso alla Montalbano – “nuttata persa e figlia fìmmina”. Anche se lui si vuole vecchio, duro di udito, con vuoti di memoria, infine sentimentale, con la “fidanzata” lontana. Con una chicca: la chiave è Rosebud, boccio di rosa, la parola magica che Citizen Kane-Orson Welles dice morendo – il nome che dava allo slittino sulla neve nei primi, felici, suoi anni. E una novità: Vigata sotto il fango e la pioggia, per giorni e settimane.
Camilleri si è voluto sganciare dalla solarità del regista Sironi che fissa il monumento – al punto da chiedersi: “Ma era veramente esistita da quelle parti la terra dei limoni (e macari dell’aranci)? O era stata ‘na fantasia poetica?”. Il camilleresco è anch’esso più duro, artificioso. E tuttavia il personaggio s’impone, con la Sicilia qual è, raggiratrice, apparato repressivo compreso, giudici e commissari di Polizia. Come a dire: a raggiratore raggiratore e mezzo – la legge non c’entra.
Andrea Camilleri, La piramide di fango, Sellerio, pp. 263 € 14

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