Scioperano
i dipendenti comunali a Roma, che il sindaco Marino vorrebbe rimettere al
lavoro. Solo nell’occasione le cronache romane scoprono il numero chiuso per le
pratiche, le file all’alba per prendere il numeretto, l’assenteismo agli
sportelli, malgrado l’assenteismo ufficiale sia basso, la lentezza
programmatica della burocrazia comunale, e la sua tecnica del rinvio. I
giornalisti non fanno le pratiche?
E
la macchinetta mangiabancomat? Deve succedere ad Alesina, illustre economista di
Harvard per lavoro a Milano suo collaboratore perché un giornale ne parli,
nelle lettere al direttore.
Provare
a “perdere” il bancomat in una qualsiasi banca, anche la vostra, per
sperimentare il delirio di “non è possibile”: è un’esperienza inverosimile.
Peggio
dei giornali fa la carissima Autorità per la Privacy: scopre che siamo tutti
liberamente intercettati perché Vodafone pubblica i numeri delle
intercettazioni. Prima che ci faceva l’Autorità, che paghiamo profumatamente E
dopo? Non farà niente, quella delle intercettazioni è una prassi normale, non è
una verità rivelata.
Sarà
per la diffusione della rete Vodafone in Italia, ma certo le cifre delle
intercettazioni sulla sua rete sono stupefacenti: 606mila intercettazioni nel
2013. Niente di comparabile altrove, eccetto che in Tanzania, 99 mila, e in
Ungheria, 76 mila.
Il
governo assicura sdegnato che queste intercettazioni “sono sempre autorizzate
dall’autorità giudiziaria” e non abusive. Ma è meglio o non peggio? Il
“Corriere della sera” spiega che “ogni richiesta può anche riguardare centinaia
di persone o dispositivi”.
Lech
Walesa mette in guardia contro la guerra alla Russia. Consiglia anche agli ucraini,
cioè agli avventurosi polacchi suoi connazionali, di non esagerare. Ci salverà
di nuovo Walesa?
Il
presidente francese Hollande costretto a
due cene separate, la stessa sera, perché Onama non vuole incontrare Putin. Col
quale celebra – separatamente – la vittoria su Hitler. E non è una commedia.
Nello
scandalo del Mose, i giudici hanno scoperto la corruttela confrontando le
entrate degli accusati con le uscite. Ma un generale in pensione della Guardia
di Finanza aveva due milioni di entrate. Quelle erano buone?
Come
un’inchiesta romana sul malaffare di Unipol si trasforma a Milano in una a
carico di Berlusconi, cioè di Tremonti? Sul “Corriere della sera”, 5 giugno, “Le
microspie di Roma e la fuga di notizie sull’inchiesta Unipol”. A opera della
Procura di Milano.
È
perplesso Renzi nella foto di gruppo al G 7 di Parigi – non sarà di furbi o di
scemi, sembra chiedersi? Spingono alla guerra contro la Russia. Auspice la
Polonia. Niente di meno.
Obama
va a Varsavia e promette più basi militari: un investimento da un miliardo di
dollari. Creerà occupazione, è il commento unanime. O: difenderà l’Europa
Orientale. Da chi?
Il
piano Delors che portò al Trattato di Maastricht prospettava una crescita economica del 4-6
per cento annuo per effetto dell’unione monetaria. Mentre siamo a più tasse,
meno pensioni, sanità e servizi sociali, e disoccupazione a valanga, rileva
mesto Paolo Savona su “Panorama”. Ma il voto che ha censurato questo disastro è
accantonato come populismo. E dopo una settimana è già dimenticato.
C’è
un complotto quasi a ogni riga nel lungo pezzo del “Sole 24 Ore” domenica 1, a
firma Riccardo Antoniani, “Misteri d’un capitano”, su Eugenio Cefis. Quasi
tutti denunciati da testimoni dubbi: anonimi, pseudonimi, prezzolati, di parte
politica. Con l’effetto di fare di Cefis una vittima, che pure qualche colpa ce
l’aveva.
Nessun commento:
Posta un commento