giovedì 12 giugno 2014

Perché comprare il giornale

Succedono cose turche ma non ci è dato saperne nulla. Pazienza la Rai, è la voce del padrone, ma i giornali?
Il Senato epura due senatori per dissenso d’opinione e niente. Grasso non ha niente da dire? Nessuno ha niente da chiedergli? Mezza Europa ha votato contro Bruxelles, anzi tre quarti, con i nuovi astenuti, e niente. Tutte le facce ora odiose della Ue stanno sempre lì e nessuno chiede nulla. Le facce di bronzo che il voto ha sconfessato, Van Rompuy, Juncker, Barroso, Olli Rehn, Almunia, che fanno le stesse pratiche fotocopia ormai da otto anni, gli anni della crisi e dell’egemonia tedesca. Ci fanno la guerra attorno a casa, ora sotto i piedi, ora nel cortile di dietro, e niente. E perché tanto credito a Angela Merkel? Ci ha sderenati, dov’è la politica, la visione, la saggezza di questa donna e della sua Europa?
Sappiamo le cose come tutti, perché avvengono. Il giornale invece parla d’altro. Sempre. Le sappiamo quindi a dispetto del nostro giornale, che però non  serve cambiare: sono fatti con lo stesso stampo.
Si comprano sempre meno giornali, sempre più edicole chiudono, e non è vero che si leggono online, i contatti sono comprati – non si scappa: con l’online e senza il giornalismo è professione che si restringe e si debilita. E uno non può che dolersene. Ma una rivolta contro i padroni dell’opinione, la confusione, la stupidità? Una rivoltina piccola, anche isolata? Un giornale, o uno in un  giornale, che dica no?

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