Si sveglia
il presidente Napolitano dal sonno novennale nella sua carica di presidente del
Csm per intimare al Consiglio di non sanzionare il Procuratore Capo di Milano,
Bruti Liberati, nella lite col vice Robledo. La lite verte principalmente
sull’avocazione da parte di Bruti Liberati dell’inchiesta su Berlusconi per
l’affare Ruby. Napolitano protegge Bruti Liberati per quest’avocazione. Il che,
sillogisticamente, porta a Napolitano persecutore di Berlusconi.
La cosa
non si dice, ma si sa. E oggi più sinistramente s’illumina del goffo no dello
stesso Napolitano alla riforma della P.A. Un no che si sa essere stato
argomentato e pronunciato da Donato Marra, segretario generale del Quirinale,
che ha 74 o 75 anni e non vuole andare in pensione. La riforma prevede infatti
la pensione dei giudici a 65 anni, come tutti, e questo non piace ai giudici –
Marra è un giudice. La riforma prevede anche che i giudici non possano avere
doppi e tripli incarichi, peraltro in conflitto d’interesse, nella P.A. e nella
giustizia, e anche questo non piace ai giudici e a Marra.
Dunque,
si può riformare la P. A. ma non i giudici, sua eccellenza non vuole – forse nel 2016, quando
lui non ci sarà più (e un’altra legge sarà fatta, non c’è dubbio). Così una
presidenza che si poteva finalmente ritenere avulsa da cordate e ricatti
precipita nel discredito. Si dice: bisogna andare cauti, i giudici scioperano.
E allora? C’è il diritto di sciopero, l’hanno già fatto. Cossiga non li ha
puniti, e loro si sono vendicati – sono venticinque anni che si vendicano. E
anche fuori del diritto, non si può argomentare con i giudici, solo obbedire? I
giudici sono l’unica casta privilegiata, di tipo fascista, a settant’anni dalla
caduta del fascismo, con gli ermellini, le eccellenze, e l’attendente (la
guardia del corpo), e non si vede perché.
Per non
dire delle illegalità. Napolitano forse non lo sa, ma col suo “invito” al Csm
ha sancito che privare un cittadino del suo giudice naturale non è più un reato.
Di questa Costituzione intoccabile è stato forse abolito l’art. 25, comma 1, che
assicura: “ Nessuno
può essere distolto dal giudice naturale precostituito per legge”?
Non è la sola anomalia del caso Ruby. Il caso è
nato dal fermo della ragazza su denuncia di una sua amica, e dall’intervento di
Berlusconi in questura per farla rilasciare. Era l’amica di Ruby una confidente della
Polizia? Sì. Era, è, Ruby una confidente della Polizia? Sì. “Repubblica” ha una
foto giovedì di Ruby in primo piano e della sua giudice che la osserva sullo
sfondo, fresca per l’occasione di parrucchiere e visagiste, che guarda la ragazza col sorriso atteggiato di chi va allo zoo, e il
lettore si smarrisce come in una giungla, sia pure a quatre épingles.
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