Con Cantore le Autorità
arrivano a dodici, o tredici. Organismi che costano quanto una Camera e non
servono a niente. Se non alla corruzione: retribuzioni milionarie, molti
benefit, e il controllo del business, a vantaggio degli amici della
parrocchietta.
Dire l’Autorità anticorruzione
un veicolo di corruzione è certamente esagerato – i cinque sono ancora
incensurati. Ma è questo modo di affrontare la criminalità, altrimenti cioè che
con i codici, che ha moltiplicato il malaffare nella Seconda Repubblica. L’ha
normalizzato: rubbeno tutti, come si dice a Roma..
C’è questa cosa
dell’uomo della Provvidenza. Cui però nessuno crede. Contro la malvivenza ci
sono le leggi, perfino troppe, e le Procure, i Carabinieri, la Guardia di Finanza,
la Polizia di Stato, i Comuni, le Regioni, e ogni altro appaltante. Renzi vuole
prendere in giro se stesso? Ma perché caricarci di una diecina di milioni,
l’anno, di una nuova Autorità?
Le Autorità sono centri
di potere. Per conto di potentati e di partiti. In collusione con gli interessi
vigilati. Ognuno lo sperimenta ogni giorno nella cosiddetta liberalizzazione dell’energia
e della telefonia. O con la Privacy, un’autorità che ci obera di diecine e centinaia
di firme e fogli di carta, e non ci protegge neanche la posta, che per secoli
pure fu sacra. Tre Autorità, o quattro, non hanno impedito lo sfacelo del Monte
dei Paschi - peraltro sotto gli occhi di tutti, finché la Procura di Siena non
è stata costretta a intervenire.
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