sabato 14 giugno 2014

Un’altra Autorità di sottogoverno

Con Cantore le Autorità arrivano a dodici, o tredici. Organismi che costano quanto una Camera e non servono a niente. Se non alla corruzione: retribuzioni milionarie, molti benefit, e il controllo del business, a vantaggio degli amici della parrocchietta.
Dire l’Autorità anticorruzione un veicolo di corruzione è certamente esagerato – i cinque sono ancora incensurati. Ma è questo modo di affrontare la criminalità, altrimenti cioè che con i codici, che ha moltiplicato il malaffare nella Seconda Repubblica. L’ha normalizzato: rubbeno tutti, come si dice a Roma..
C’è questa cosa dell’uomo della Provvidenza. Cui però nessuno crede. Contro la malvivenza ci sono le leggi, perfino troppe, e le Procure, i Carabinieri, la Guardia di Finanza, la Polizia di Stato, i Comuni, le Regioni, e ogni altro appaltante. Renzi vuole prendere in giro se stesso? Ma perché caricarci di una diecina di milioni, l’anno, di una nuova Autorità?
Le Autorità sono centri di potere. Per conto di potentati e di partiti. In collusione con gli interessi vigilati. Ognuno lo sperimenta ogni giorno nella cosiddetta liberalizzazione dell’energia e della telefonia. O con la Privacy, un’autorità che ci obera di diecine e centinaia di firme e fogli di carta, e non ci protegge neanche la posta, che per secoli pure fu sacra. Tre Autorità, o quattro, non hanno impedito lo sfacelo del Monte dei Paschi - peraltro sotto gli occhi di tutti, finché la Procura di Siena non è stata costretta a intervenire.


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