giovedì 3 luglio 2014

A Sud del Sud - il Sud visto da sotto (211)

Giuseppe Leuzzi

Usa a Messina da quattro mesi il “pane pagato”: quattro forni, per iniziativa della Invisibili onlus, mettono a disposizione il pane gratuitamente per chi non può pagarlo. L’iniziativa è stata ripetuta a Lecce, Siracusa, Trapani, Sassari, Ozieri. Ma fa notizia sull’informazione nazionale solo ora che alcuni studenti di Padova l’hanno adottata.
Dei tredici studenti di Padova sappiamo tutto: seguono il corso di Psicologia comunitaria del professor Augusto Vieno, hanno il benestare del Centro universitario (che sarà?), il patrocinio del Comune, e un finanziamento di mille euro da parte di una cooperativa “Raggio verde”. Con cui pagano i fornai per il “pane pagato”. 

A Monaco la più ricca del principato è stata uccisa dal genero, un polacco. Subito si era detto che la cosa puzzava di ‘ndrangheta, e che non poteva essere altrimenti. Ma neanche i killer assoldati dal genero erano calabresi: tutti dell’Est. 
E se a indagare fossero stati gli italiani, invece che i francesi? Ha fatto bene Cavour a cedere Nizza.
Però, una volta accertati i fatti, la cosa è caduta d’interesse: la ‘ndrangheta dei brutti, sporchi e cattivi ha tanto glamour?

C’è in Montaigne la prosochì di Plutarco, l’attenzione, la Sorge di Heidegger, la cura. C’è tuttora nei dialetti grecanici. C’era un paio di generazioni fa in molti paesi calabresi latinizzati tardi, nel Cinque-Seicento.
C’è in Montaigne, non vilipeso, anche l’amor fati. Come sostrato di un’altra psicologia, latina o meglio classica, prima che “meridionale”- cioè “araba”. Una psicologia del meridionale un po’ meno da caserma, che riporta alla consapevolezza e alla tolleranza, all’accettazione del male, non all’arrendevolezza.

“Le famiglie meridionali hanno una strana e univoca meccanica quando accade qualcosa di male”, nota Francesco Piccolo in “Allegro occidentale” (p.94): “Si pensa al male in sé, certo; ma subito,quasi contemporaneamente, la preoccupazione che affianca il male e a volte lo sorpassa è: se dobbiamo dirlo e a chi dobbiamo dirlo”. Partecipare la cosa – anche perché non parteciparla, senza un motivo valido, è escludere la persone.
C’è un che di simbiotico nelle vite al Sud. È il (un) suo limite?

“Danno allo scritto” dell’esame di maturità Quasimodo e Deledda. Due che, per essere meridionali, i programmi del ministero avevano escluso nel 2010. Perché i ragazzi pensino e dicano che sono intrattabili?


Artefice dell’esclusione dei “scrittori meridionali” dai programmi era stata nel 2010 una Commissione molto lombarda della ministra lombarda Gelmini.La quale, per avere l’abilitazione all’esercizio della professione di avvocato, era dovuta scendere da Brescia a Reggio Calabria. Chi è causa del suo male…

Il Nord che viene dal Nord
C’è un Nord che viene dal Sud, serio, preciso, perfino amabile, e un Nord che viene dal Nord, terrifico. Che tale s’immagina e si vuole: superiore, duro.
Anche la libertà vi è infetta, la libertà del Nord. Compresa la tolleranza. Che all’atto è la separazione, a Venezia detta ghetto, in Africa apartheid, al Sud che lì è Nord: ogni nazione, religione, tribù vive accanto e non con le altre.
La Finlandia proibì una volta il vino per levare ai celebranti cattolici, che in tutto erano due, il vino da messa. Il divieto non andò a effetto perché l’illiberale zar di Russia lo bloccò.
La rilevanza del vino negli scambi fu scoperta nel ‘33 da Pirenne, acuto storico nordico. Benché costituisse l’esempio cardine della teoria dello scambio di Ricardo dal 1815, e fosse un grande mercato già nell’impero romano. C’è sempre un nuovo inizio.

Rosy Mauro aveva l’amante
L’incriminazione, tardiva, sofferta, della famiglia Bossi getta una piccola luce, un’altra, sul modo milanese di fare giustizia e informazione. Lo scandalo si tentò di scaricarlo su Rosy Mauro. Che era l’unica che non c’entrava nulla con la colossale truffa, ma per via del colorito e del nome si poteva pensare meridionale. Fu così che a molti giornali fu rifilata dagli inquirenti, e molti giornalisti se ne fecero una carriera, la storia che l’allora vice-presidente della Camera aveva l’amante. Non un compagno, da persona singola, no: l’amante. Che è vezzo sbirresco, ma a certo giornalismo piace.
Un  amante aveva Rosy Mauro, naturalmente, che si pagava: un maantenuto – le zie non si sarebbero altrimenti scandalizzate. Anzi, se lo pagava con i soldi che rubava allo Stato.
Leggere le confidenze nei giornali dell’epoca è triste ma è divertente. È facile trovarle in rete. Ne segnaliamo due. Quello della “Stampa” perché Calabresi questa volta non dica che non c’era (o i Calabresi non chiedono mai scusa?):
E quello di “Libero”, dello stesso schieramento politico della Mauro, ma ben milanese:
Bisogna solo saperlo, non c’è da farsene un cruccio. Si può anche dire che a Rosy Mauro ben le sta. Una nata e cresciuta nel Salento, di cui eredita le bellezze, che è leghista dei più duri. Nemmeno pentita

Le capre di Oliena
Un grave scandalo denuncia Gian Antonio Stella su “Sette” venerdì, quella di cinque capre in Sardegna. Capre di ferro. Commissionate da un antico assessore al Turismo a un suo concittadino di Oliena. Salvatore Sanna. Un artigiano specialista, dice Stella bene informato, in “serramenti e infissi in legno”. Costo totale della commessa, dice e ripete il columnist con stupita esecrazione, 9.638 a capra, 48.190 in totale. Iva compresa (decimila). Non milioni di euro, come all’Expo di Stella, no, euro. Non solo, aggiunge il columnist inflessibile: chi le ha viste? Cosa, le capre, le banconote?.
Forse le capre non sono state realizzate e dunque non sono state pagate. Ma che scandalo. “Non è forse in piccoli rivoli come questi che sono stati sprecati negli anni fiumi di denaro”, Stella-“Sette” concludono pensosi. Fiumi? In quanti anni?
Non sarà il problema del Sud che li spreca “negli anni”, invece che in uno, per esempio il 2015?

La Madonna al Sud
Il culto della Madonna fu sostituito a quello dei santi meridionali dopo il Mille. Diffusamente, mentre prima era inesistente. Recuperando tradizioni e sensibilità, di una popolazione che fortemente sentiva i culti femminili, quello della Dea Madre Demetra, legato alla fertilità e alla rinascita, e quello di Afrodite-Venere.
Fu una penetrazione “strategica”, per la latinizzazione delle aree ancora grecaniche, in sostituzione dei santi bizantini (i santi meridionali erano soprattutto “ortodossi”), di cui solo un paio rimangono.
Veicolo del culto mariano – come della più generale latininizzazione, del Salento, della Calabria e della Sicilia - furono incongruamente i Normanni. Tribù essenzialmente di guerrieri.

leuzzi@antiit.eu

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