Una tipologia
interminabile di amanti. Maschi, e tutti insoddisfacenti: lo sposato, lo
sposato con figli-e, il padre, il padre protettivo, il salvatore, il depresso,
il cane da compagnia, quello che va di fretta, il lacrimevole, lo sconosciuto,
il divorziato, il poeta. Con un che di personale: un autoritratto, a sbalzo,
con pieghe e scorci, tutti compiaciuti, da donna liberata si sarebbe detto. In
forma di confessione epistolare. Con un “amore da conversazione”, c’è anche
questo tipo, che però potrebbe essere stato anch’egli reale.
Un
incanaglimento molto moderato. L’erotismo? “Non posso più sentire questa parola…
Tutti se ne riempono la bocca”. Molto Fine Secolo (fine Ottocento). Sullo sfondo,
per di più, di una vita di espedienti,dopo il rifiuto del castello avito, ammesso
che ci sia stato: debiti, mariti, commerci, amori mercenari, ammesso che siano
stati reali. Con tanti lavori di traduzioni in tedesco, questi certi, e un
figlio accudito come chioccia gelosa. Anche gli amori sono non del tutto
immaginari. Più di tutti Fannie “Franziska” avrebbe voluto amare il filosofo
Klages, che elesse padre putativo del figlio. Fece anche un matrimonio di convenienza
in Svizzera - se non che la sua parte del patto patrimoniale, una banca, subito
dopo l’affare fallì.
Il
personaggio, dunque. Un pizzico esibizionista, che non resiste a fotografarsi
sirena nuda, un pizzico patrocinante, un pizzico ingombrante, col pieno di sé
occupando ogni altro. Non appetibile, malgrado la disponibilità esibita, anzi
proprio per questo. Una donna che dovrebbe essere l’ideale maschile, nel
maschilismo del veterofemminismo: desiderabile, facile e non ingombrante - “La
mia inesistenza è un tratto davvero bello e altruista”. E invece
minacciosissima. La trasgressione coltivando e rivendicando, certamente più che
professando, per esibizionismo. Rifiutando, somma ingiuria politica, la
“personalità”, i cui “i riformisti” vogliono dotare le donne.
Un incanaglimento
non più trasgressivo di una posta del cuore, femminismo compreso. Un utile
momento storico, che apre e connota, così come la conclusione del ciclo un
secolo dopo, la “verità effettuale”, direbbe Sciascia, del femminismo. Ma una pièce de conversation, un salotto buono
di Cederna, di Rodotà, che prende un libro in vece che due pagine. Come catalogo dongiovannesco rovesciato è più
farticoso che alluzzante – don Giovanni mai si vanta.
Una introduzione
– con supertraduzione, fedele e scorrevole - di Rita Calabrese è il solo
aspetto romanzesco della pubblicazione. Il corrispondente che la scrittrice si
erige a confessore, il .”Dottore”, può essere il filosofo Klages, oppure lo scrittore
Franz.Hessel. Con Hessel Franziska aveva convissuto i primi tempi a Monaco dopo
l’abbandono del castello di famiglia ai 21 anni, insieme col pittore Bohdan von
Suchocki, in un rapporto dichiaratamente a tre. Hessel sarà scrittore più
famoso, amico di Benjamin, che di più s’immortalerà in Francia, con una nuova
convivenza a tre, con la moglie Hélène Grund, pittrice, e lo scrittore Henri
Pierre Roché. Il quale sarà l’autore di “Jules e Jim”, il romanzo da cui
Truffaut ha tratto il film. Il figlio Stèphane Hessel, morto quasi centenario
l’anno scorso, ricorderà in vari scritti queste parentele, e sarà l’autore di
“Indignatevi!”- “il meglio della cultura tedesca” (?), dice Calabrese.
Franziska
zu Reventlow, Piccoli amori, Elliot,
pp. 119 € 14,50
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