sabato 19 luglio 2014

All’origine di “Jules e Jim”

Una tipologia interminabile di amanti. Maschi, e tutti insoddisfacenti: lo sposato, lo sposato con figli-e, il padre, il padre protettivo, il salvatore, il depresso, il cane da compagnia, quello che va di fretta, il lacrimevole, lo sconosciuto, il divorziato, il poeta. Con un che di personale: un autoritratto, a sbalzo, con pieghe e scorci, tutti compiaciuti, da donna liberata si sarebbe detto. In forma di confessione epistolare. Con un “amore da conversazione”, c’è anche questo tipo, che però potrebbe essere stato anch’egli reale.
Un incanaglimento molto moderato. L’erotismo? “Non posso più sentire questa parola… Tutti se ne riempono la bocca”. Molto Fine Secolo (fine Ottocento). Sullo sfondo, per di più, di una vita di espedienti,dopo il rifiuto del castello avito, ammesso che ci sia stato: debiti, mariti, commerci, amori mercenari, ammesso che siano stati reali. Con tanti lavori di traduzioni in tedesco, questi certi, e un figlio accudito come chioccia gelosa. Anche gli amori sono non del tutto immaginari. Più di tutti Fannie “Franziska” avrebbe voluto amare il filosofo Klages, che elesse padre putativo del figlio. Fece anche un matrimonio di convenienza in Svizzera - se non che la sua parte del patto patrimoniale, una banca, subito dopo l’affare fallì. 
Il personaggio, dunque. Un pizzico esibizionista, che non resiste a fotografarsi sirena nuda, un pizzico patrocinante, un pizzico ingombrante, col pieno di sé occupando ogni altro. Non appetibile, malgrado la disponibilità esibita, anzi proprio per questo. Una donna che dovrebbe essere l’ideale maschile, nel maschilismo del veterofemminismo: desiderabile, facile e non ingombrante - “La mia inesistenza è un tratto davvero bello e altruista”. E invece minacciosissima. La trasgressione coltivando e rivendicando, certamente più che professando, per esibizionismo. Rifiutando, somma ingiuria politica, la “personalità”, i cui “i riformisti” vogliono dotare le donne.
Un incanaglimento non più trasgressivo di una posta del cuore, femminismo compreso. Un utile momento storico, che apre e connota, così come la conclusione del ciclo un secolo dopo, la “verità effettuale”, direbbe Sciascia, del femminismo. Ma una pièce de conversation, un salotto buono di Cederna, di Rodotà, che prende un libro in vece che due pagine.  Come catalogo dongiovannesco rovesciato è più farticoso che alluzzante – don Giovanni mai si vanta.
Una introduzione – con supertraduzione, fedele e scorrevole - di Rita Calabrese è il solo aspetto romanzesco della pubblicazione. Il corrispondente che la scrittrice si erige a confessore, il .”Dottore”, può essere il filosofo Klages, oppure lo scrittore Franz.Hessel. Con Hessel Franziska aveva convissuto i primi tempi a Monaco dopo l’abbandono del castello di famiglia ai 21 anni, insieme col pittore Bohdan von Suchocki, in un rapporto dichiaratamente a tre. Hessel sarà scrittore più famoso, amico di Benjamin, che di più s’immortalerà in Francia, con una nuova convivenza a tre, con la moglie Hélène Grund, pittrice, e lo scrittore Henri Pierre Roché. Il quale sarà l’autore di “Jules e Jim”, il romanzo da cui Truffaut ha tratto il film. Il figlio Stèphane Hessel, morto quasi centenario l’anno scorso, ricorderà in vari scritti queste parentele, e sarà l’autore di “Indignatevi!”- “il meglio della cultura tedesca” (?), dice Calabrese.
Franziska zu Reventlow, Piccoli amori, Elliot, pp. 119 € 14,50

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