“«La porti lontano, al sole», disse il
medico”. È l’attacco e il senso della novella più nota, “Sole”, dell’amore
panico col sole a Taormina - si vuole il racconto ambientato a Spotorno, ma è
sotto il vulcano. Il “panismo” semplificato, e anche la mésalliance,
il corpo incerto della signora che la virilità del contadino irrora – è la
prova generale, più cruda, di “Lady Chatterley”, la cui prima versione risale allo stesso anno, 1926
Cinque
racconti brevi in cui D. H. Lawrence tenta di sdoganare il linguaggio crudo del
sesso, diretto. E più da un punto di vista femminile. Ma curiosamente
post-femminista, per non dire anti: è come se avesse già esplorato l’altra metà
del cielo e si trincerasse a difesa. Del maschio, sebbene, o perché, ingrigito
e incapace. Perplesso, ma anche ironicamente aggressivo.
“Sole”
conferma anche, più di “Lady Chatterley”, il lato romanticamente classista e
razzista dello scrittore. Che si sentiva libero in Italia, ma da puritano,
sprezzante nel fondo del cuore. La sua topografia sentimentale è – in “Sole”
più brutale - sempre la stessa: l’anima vaga in cerca di amore è femminile,
alto borghese e anglosassone, il maschio è muto, bruto, working class e
italiano.
D.H.
Lawrence, Biglietti, prego, Passigli
remainders, pp. 125 € 3,75
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