Messaggio
rassicurante postato ieri mattina dal vicecapo dei gip di Milano, il dottor
Claudio Castelli: “La Procura, con problemi e difficoltà, funziona e cerca di
assicurare quell’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge che è la nostra
costante funzione. A volte dico scherzosamente che davanti a noi passa ed è
passata la storia (spesso criminale) d’Italia. Ed in effetti abbiamo processato
dal presidente del consiglio al presidente della Regione, dalla ‘ndrangheta
alla mafia, dalle scalate bancarie ai reati tributari”.
Una
disinvolta triplice assunzione di responsabilità. Il giudice fa una irrituale difesa di ufficio della Procura prima dell’assoluzione di Berlusconi, quindi ne conosceva già
l’esito. Confonde il suo ruolo, di giudice giudicante, con quello dei
Procuratori, i giudici inquirenti. Cosa di cui nessuno dubita, ma la legge non
lo ammette. Uno su tre degli inquisiti (e condannati con la gogna mediatica)
dalla sua Procura, e da lui rinviato a giudizio, è stato assolto al primo
dibattimento.
Una
“assunzione di responsabilità” se ci fosse una legge. Castelli invece – ma non
solo lui – può fare il giudice allegro.
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